Roma, 13 feb – Su Volodymyr Zelensky e l’Ucraina già in passato le dichiarazioni di Silvio Berlusconi erano state per così dire “insolite”, rispetto alle posizioni ufficiali di un governo italiano in formazione ma che, in questo, avrebbe semplicemente la corrente occidentale generale. Il Cavaliere dissesta inevitabilmente il quadro, probabilmente senza enormi conseguenze ma, comunque, dando qualche fastidio che Giorgia Meloni e soci sicuramente si risparmierebbero volentieri.

“Non avrei incontrato Zelensky”: così Berlusconi punge il governo

Da premier non avrebbe incontrato Zelensky, dichiara Berlusconi. Pungendo da lontano – ma nemmeno troppo, il presidente del Consiglio Meloni con il quale, già a ottobre scorso, prima della formazione dell’esecutivo, le scintille erano state esplicite. Come riporta l’Ansa, il leader di Forza Italia non ha neanche espresso dichiarazioni leggermente orientate, ma forti, dirette e decise contro il presidente ucraino: “Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore. Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili”. Nessuna diplomazia, insomma. La critica è inflessibile e travolge anche il premier.

Una miccia nella maggioranza, proprio nel giorno delle regionali

Diciamo pure la verità: le dichiarazioni di Berlusconi, forse, non avrebbero chissà quale peso reale se ci si trovasse in una fase non elettorale. La “pre-crisi” di ottobre ci ha lanciato qualche indicazione sui rapporti di forza interni al centrodestra e ha palesato una certa preponderanza tanto di FdI quanto del polso della stessa Meloni. Ma le parole di Berlusconi risuonano in modo decisamente più chiassoso visto il tempismo – forse non casuale – con il quale sono state pronunciate, in occasione del voto regionale in Lombardia (oltre che nel Lazio) avvenuto ieri ma ancora in corso fino alle 15 della giornata di oggi. Palazzo Chigi dal canto suo, subito dopo afferma l’ovvio, ribadendo il sostegno all’Ucraina. Quel che è certo è che il Cavaliere, ogni tanto, cerchi di soddisfare il suo irrefrenabile bisogno di palcoscenico, come del resto era avvenuto anche a ottobre. Difficile sposti gli equilibri: ma, come spesso avviene, le forze più innocue possono spesso generare problemi, specialmente nella fragilissima Repubblica italiana.

Alberto Celletti

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