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Credit Suisse nella bufera, altra tempesta sulle banche: crollano le Borse dopo il ‘no’ saudita al salvataggio – Il Riformista

Un nuovo ‘bubbone’ dopo Silicon Valley Bank

Carmine Di Niro — 15 Marzo 2023

Credit Suisse nella bufera, altra tempesta sulle banche: crollano le Borse dopo il ‘no’ saudita al salvataggio

La breve ripresa dei principali listini internazionali di martedì è già un ricordo. Le Borse sono nuovamente crollate nella giornata odierna di fronte ai timori riguardanti l’ennesima banca, col ‘bubbone’ del fallimento della Silicon Valley Bank, la più grande a chiudere i battenti negli Stati Uniti dalla crisi finanziaria del 2008, e la successiva decisione del governo americano di chiudere un’altra banca particolarmente a rischio, ancora freschissimo.

Questa volta a trascinare giù i mercati finanziari sono le ‘condizioni di salute’ della banca Credit Suisse, i cui titoli stanno perdendo molto valore da vari giorni e trascinano al ribasso anche quelli delle altre banche europee.

Tecnicamente non si può parlare di crisi dello storico istituto finanziario elvetico, ma i pericoli sono paradossalmente maggiori di quelli della già fallita Silicon Valley Bank: a differenza della ‘piccola’  banca regionale della California specializzata nel settore tech, Credit Suisse è ben più interconnessa a livello internazionale e i timori sulle sue condizioni potrebbe spingere gli investitori a proiettare la debolezza di un singolo istituto sull’intero settore.

I problemi di Credit Suisse, il cui titolo in borsa andava male già da giorni, sono stati amplificati dalla comunicazione avvenuta da parte del presidente della Banca nazionale saudita, Ammar Al Khudairy, primo azionista della banca elvetica, di escludere ulteriore assistenza e in particolare richieste di liquidità alla banca a causa di problemi normativi.

No more money for Credit Suisse

That’s what Saudi National Bank Chairman Ammar Abdul Wahed Al Khudairy told @youseftv when asked about more assistance for the troubled lender https://t.co/GFLboCOwyj pic.twitter.com/iSjco40v8D

— Bloomberg TV (@BloombergTV) March 15, 2023

La Saudi National Bank, partecipata per il 37% dal fondo sovrano saudita, è diventata il maggior azionista del Credit Suisse alla fine dello scorso anno, dopo aver acquistato una partecipazione del 9,9% dell’istituto di credito svizzero.

Credit Suisse extends plunge to 21%, the most on record https://t.co/9CPZUwPv5D pic.twitter.com/f4qW1RwKfC

— Bloomberg (@business) March 15, 2023

Tanto è bastato perché il titolo della banca di Paradeplatz crollasse: per la prima volta le sue azioni valgono meno di due franchi svizzeri, un crollo 70%, rispetto a un anno fa e una perdita di oltre il 25% a metà giornata, rispetto alla chiusura di ieri alla borsa di Zurigo, toccando così il minimo storica. Un tonfo tale da comportare anche la temporanea sospensione della quotazione del titolo stesso.

Inutili anche le rassicurazioni di Axel Lehman, presidente dell’istituto elvetico, sulla solidità della banca svizzera. “Abbiamo una ristrutturazione in corso approvata e il nostro tasso di liquidità è attualmente superiore al 150%”, ha garantito Lehman, che però si è scontrato col panico dei mercati internazionali.

I numeri, purtroppo per Credit Suisse, mandano segnali forti. I certificati di assicurazione sull’insolvenza della banca, i cosiddetti credit default swap, si stanno avvicinando alla soglia critica dei mille punti, che indica un serio pericolo per la continuità aziendale del gruppo. In particolare i certificati a un anno si sono portati ieri a 835,9 punti base, secondo la piattaforma Cmaq, sui massimi di sempre, e valgono 18 volte gli analoghi titoli derivati della rivale Ubs e circa nove volte quelli di Deutsche Bank.

WTF? The markets are now pricing in a probability of default of 47% for Credit Suisse. What have I missed? pic.twitter.com/Q2MMo0T3LV

— Holger Zschaepitz (@Schuldensuehner) March 15, 2023

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia

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