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Cospito trasferito nel carcere di Opera per motivi di salute, ma resta al 41bis: timide aperture da Nordio, linea dura di Meloni – Il Riformista

Il caso oggi in Consiglio dei ministri

Riccardo Annibali — 30 Gennaio 2023

Cospito trasferito nel carcere di Opera per motivi di salute, ma resta al 41bis: timide aperture da Nordio, linea dura di Meloni

L’anarchico Alfredo Cospito lascia il carcere Bancali di Sassari per essere trasferito in quello di Milano Opera dov’è arrivato da poco come ha fatto sapere il suo legale. La decisione dei medici della Asl di Sassari, in stretto contatto con il Dap diretto da Giovanni Russo, è frutto delle verifiche mediche sollecitate dalla dottoressa di Cospito Angelica Milia. Uno spostamento motivato da ragioni esclusivamente mediche, per monitorare la sua situazione dopo 103 giorni di sciopero della fame, ma che non cambia la linea dura sul 41bis, il carcere duro a cui è sottoposto Cospito, che ovviamente viene mantenuto anche nel nuovo carcere.

“Cospito è ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata della struttura carceraria meneghina di Opera in considerazione del suo stato di salute”, spiega l’avvocato Flavio Rossi Albertini. Al Sai sono destinati i detenuti affetti da gravi patologie. Ieri il medico di fiducia di Cospito, Angelica Milia, aveva sostenuto che il detenuto era a “rischio fibrillazione”, in considerazione del suo calo ponderale, e ne aveva sollecitato il trasferimento.

Giorgia Meloni che ha incontrato il Guardasigilli Carlo Nordio presenziando all’evento di Poste italiane per il progetto Polis, ha confermato la scelta di palazzo Chigi che ieri, alle 17, ha imposto uno stop a qualsiasi iniziativa a favore di Cospito, a partire soprattutto dall’ipotesi di esimerlo dal 41bis impostogli dalla procura di Torino, con la piena conferma della Procura nazionale antimafia. E giusto in queste ore, dopo la richiesta dell’avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini, di togliere proprio questa misura, sia a Torino che a Roma si sta valutando la situazione. A Torino con Anna Maria Loreto, al vertice della procura, a Roma con il capo della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo.

“Credo che lo Stato non si debba far intimidire da chi pensa di minacciare i suoi funzionari” ha detto Meloni. Una linea condivisa dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro che, dal carcere di Biella ribadisce: “Lo Stato non può arretrare, di fronte alla lunga scia serpentosa di sangue e attacchi che testimoniano di come quell’uomo riesca a dare segnali esterni con assalti e violenza nei confronti delle istituzioni”. Stesse considerazioni da Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera e del sottosegretario alla Giustizia della Lega Andrea Ostellari: “Non si è pentito e lo Stato non può cedere ai ricatti”. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani si accoda: “Le azioni violente di questi giorni non intimidiscono lo Stato italiano”.

Le posizioni del governo sono state definite ‘singolari’ dall’avvocato Flavio Rossi Albertini, difensore di Alfredo Cospito: “L’esecutivo sembra fermo a marzo del 1978, qui non si discute se cedere alle pressioni ma se ricorrono le condizioni per sottoporre e mantenere Cospito al 41bis”, ricorda il legale. Come sottolinea in una nota Rossi Albertini, quella di Cospito “non è una questione di muscoli ma di diritto, di interpretazione estensiva di una norma eccezionale. Il 41bis dovrebbe essere applicato nei casi tassativi previsti dalla legge, è una norma di stretta interpretazione. Per Cospito è stato ampliato, dilatato il perimetro applicativo e dopo 102 giorni di sciopero della fame è ancora in attesa della decisione del Ministro”.

Le condizioni di Alfredo Cospito non hanno fatto altro che peggiorare in questi giorni. A spiegarlo chiaramente è Angelica Milia, cardiologa e medico di fiducia di Cospito. “Alfredo ha valori di potassio molto bassi e ha perso un ulteriore chilo, ora pesa 73 kg. Abbiamo aumentato la terapia per evitare aritmia e fibrillazione cardiaca che potrebbero essergli fatali”.

Anche gli artisti si muovono per Cospito. Con le firme, tra gli altri di Valerio Mastandrea, Jasmine Trinca, Michele Riondino e Paolo Calabresi, ecco la richiesta diretta al ministro Nordio: ”Il 13 gennaio il difensore di Cospito ha rivolto una richiesta al ministro per revocargli il 41 bis, il ministro ha trenta giorni per decidere, nella sua inerzia e indifferenza i giorni scorrono inesorabilmente e Alfredo potrebbe morire da un momento all’altro. La lotta di Alfredo ci chiama a ragionare sul senso di umanità e di utilità delle leggi del nostro paese, sull’evidente dismisura tra reato e pena. Per questo Alfredo Cospito è pronto a morire. Non si tratta solo di una vicenda personale o di buonismo, ma di affermare un principio. Per questo chiediamo al Ministro e alle istituzioni di intervenire prima che sia troppo tardi”.

Il suo caso è stato poi al centro del Consiglio dei ministri di oggi. Il ministro Nordio avrebbe la facoltà di intervenire revocando il 41 bis ed è questo l’appello che arriva da più parti. “Spetta allo Stato, al Ministro della Giustizia, ai giudici prendere una decisione che salvi la vita di Cospito revocando la misura del 41 bis e garantendo che la pena nei suoi confronti sia rispettosa del principio di umanità. Lo chiediamo da settimane, a prescindere da qualunque pressione di piazza, e la richiesta si fa ogni giorno più ineludibile”, fa sapere Antigone.

Dal Guardasigilli è arrivata in effetti una timida apertura. “La tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità“, ha motivato il trasferimento il ministro della Giustizia, sottolineando allo stesso tempo che Cospito “resta al 41 bis“. Ben più dura la posizione invece emersa dal CdM, sul carcere duro pero Cospito “si decide nelle sedi opportune” ma “resta ferma la linea del governo, che non si farà condizionare dagli eventi esterni di questi giorni“, emerge ancora dal Consiglio dei ministri.

Riccardo Annibali

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