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“Così rendo il lato oscuro della mente alla portata di tutti”

Le varie sfumature del noir da sempre affascinano e catalizzano l’attenzione dell’opinione pubblica. Omicidi efferati, crimini seriali, delitti irrisolti: il lato oscuro della mente umana ‘tira’ e continua a macinare ascolti record. Non soltanto in tv, ma anche attraverso i nuovi format di informazione a tema, dai podcast ai canali social di esperti o sedicenti tali. Con il rischio che, in assenza di competenze specifiche, lo scopo informativo scada in criminologia spicciola. Anna Vagli – criminologa forense, giornalista, editorialista di crimine per Fanpage e Nanopress e tra i docenti della masterclass di video giornalismo investigativo organizzata da The Newsroom Academy e tenuta da Alessandro Politi – ci ha spiegato come si rendono “gli angoli più bui della psiche umana” alla portata di tutti, senza cadere in pericolose banalizzazioni del male.

Quali insegnamenti della criminologia ti sono serviti di più nel fare la giornalista?

Sicuramente le conoscenze investigative e quelle legate all’intuito. Insomma, applico la professione, con tutti i limiti che ovviamente ci sono, ai casi che ricostruisco nei miei editoriali. Molto spesso utilizzo anche le mie conoscenze in tema di linguaggio del corpo. Dopo essermi certificata come analista comportamentale, spesso analizzo le interviste per carpire gli stati d’animo, e gli eventuali segni della menzogna, dei personaggi di volta in volta coinvolti.

Come si rende il lato oscuro, e complesso, della mente umana alla portata di tutti?

Di per sé il male affascina e attira. Il segreto sta nel cercare di spiegare nella maniera più lineare possibili i concetti appresi in anni di studi.

Perché i casi di cronaca nera ‘tirano’ così tanto in tv, e anche in formato podcast, ma meno sul web?

In generale, penso che la cronaca nera attiri in ogni sua sfaccettatura. Siamo affascinati dal male perché ci porta ad interfacciarsi con gli angoli più bui della psiche. Quindi, penso che il pubblico ne fruisca con ogni mezzo.

Spesso, però, capita che nei programmi televisivi si degeneri in criminologia spicciola. Quando la tv esagera?

La tv esagera quando anche chi non ha specifiche competenze si diletta in ricostruzioni azzardate. Il confine è labile e passano messaggi sbagliati. Non ci si può improvvisare detective!

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