Roma, 17 mar – “Coordinamento anti-Papeete”, un nome che è già tutto un programma. Nasce sul palco del congresso Cgil di Rimini, ma poteva nascere ovunque, purché fosse a sinistra. Si dirà, i nomi sono solo attribuzioni estetiche. Ma dicono tanto, soprattutto in questo caso, dell’inconsistenza politica di un’area, in questo caso tanto per cambiare della sinistra.

“Coordinamento anti-Papeete”, il vuoto politico ora ha anche un nome

Il fatto che il nome lo abbia proposto una giornalista, ovvero Lucia Annunziata, forse rende il quadro ancora più imbarazzante. Il coordinamento anti-Papeete è talmente assurdo nella sua definizione di presunta opposizione al “governo delle destre” che basterebbe da solo a qualificare la qualità – scarsa – delle non proposte partorite sul palco del congresso del primo sindacato italiano. Ci sono tutti, appassionatamente: ovviamente Elly Schlein, poi il gemello riuscito male Nicola Fratoianni, Giuseppe Conte, ma – e questa è forse l’unica nota che andrebbe approfondita – Carlo Calenda.

Parte Schlein con un classico “credo che serva un confronto su tutti i contenuti per essere più efficaci nel nostro ruolo di opposizioni”. Continua Fratoianni ripetendo a pappagallo, come ogni buon leader di partitino fedele al Pd che si rispetti. Conte rilancia un altro grande classico, quello della “lotta alle destre”. E Calenda? Cerca perfino punti di contatto con il leader del Movimento 5 Stelle, con cui “ci siamo scambiati le nostre norme sul salario minimo”, dice. L’allargamento del cosidetto Terzo Polo potrebbe essere “più largo” del previsto? Chissà.

Ma dunque, di cosa si tratta?

La domanda delle domande è: ma quindi, questo “coordinamento anti-Papeete”, cos’è? La risposta è semplice: il nulla. Una veste che usa una faccenda ridicola e priva di interesse avvenuta addirittura anni fa e la erge addirittura a simbolo della lotta politica. Per combattere le “destre conservatrici”, come dice Conte e come dicono tutti i progressisti liberal dem degni di questo nome, senza però proporre assolutamente nulla che non siano ius soli, fluidità di genere, varie ed arcobalenate eventuali. Il fatto che abbia presenziato anche Calenda però è degno di essere sottolineato: i lavori per il “partito unico” del Terzo Polo sono in corso da tempo, ma il leader di Azione si mostra decisamente più pendente a sinistra dell’alleato Matteo Renzi, dopo le prime reazioni all’elezione di Schlein a segretario che avevano suggerito un’ostilità maggiore verso sinistra.

Alberto Celletti

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