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Complesso di inferiorità a destra: piegarsi all’agenda progressista non paga – Umberto Camillo Iacoviello

In pochi giorni il centrodestra ci ha regalato delle perle che ci inducono a pensare: sta giocando a perdere? Ho letto che un noto veneto ha affermato “bisogna uscire, per chi ancora lo avesse, da quel tabù. Ormai il Veneto guarda alla modernità, all’inclusività, al rispetto umano”. Sembrerebbero parole del padovano Alessandro Zan, invece no, è stato il leghista Luca Zaia ad averle pronunciate in un’intervista rilasciata qualche giorno fa.

Il sesso come un tatuaggio

Il governatore del Veneto ha definito “un fatto di civiltà” il centro regionale per il cambio del sesso di Padova. L’entusiasmo di Zaia non nasconde le criticità. Il cambio di sesso non è così lineare: “sono un uomo nel corpo di una donna, inizio un percorso di transizione”.

Sulle persone – soprattutto più giovani – agiscono una serie di impulsi esterni (bombardamenti dei modelli culturali alla moda) che in casi sempre più numerosi condizionano una scelta che non è affatto spontanea.

Abbiamo parlato più volte dei rischi del cambio di sesso prematuro, in particolar modo di David Reimer e della detransitioner Luka Hein. Cambiare sesso non è come farsi un tatuaggio. Chi inizia un percorso di transizione non torna più indietro, a volte si ritrova in un corpo a metà tra maschio e femmina, irrimediabilmente rovinato, per non parlare dei danni psicologici.

A Londra, la clinica Tavistock che praticava il cambio di sesso ai minori ha chiuso i battenti a suon di denunce. In che modo intende procedere la Regione Veneto?

Immigrazione legale ma intelligente

Il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida ha recentemente ricordato che in Italia ci sono tra i “300.000 e i 500.000 posti di lavoro disponibili”. Tale abbondanza di lavoro potrebbe dar vita a un’immigrazione legale, per così dire “selezionata”: entra solo chi è professionalmente adatto.

Ricordiamo al ministro che questo approccio può rivelarsi relativamente efficace nel breve periodo, ma nel medio-lungo periodo porta più svantaggi che vantaggi.

Un esempio su tutti quello della Francia, che oggi si ritrova a dover gestire scioperi di operai musulmani che si rifiutano di produrre materiali destinati a Israele, lavoratori che si rifiutano di trattare carne di maiale e alcool, donne musulmane che operano nella sanità a cui viene impedito di curare gli uomini e tanto altro ancora.

L’approccio del governo rappresenta un’inversione a “U” da parte del partito che da anni promette blocco navale e sbarchi zero.

Tuttavia, un’immigrazione controllata, soprattutto per far fronte nel breve periodo all’inverno demografico dell’Italia, può essere messa in atto stringendo accordi con i Paesi del Sud America, in cui vivono decine di milioni di oriundi d’Italia, molti dei quali sono cattolici e hanno un legame spirituale con la patria d’origine. Se abbiamo bisogno di immigrati, facciamolo in modo intelligente e non autodistruttivo, attuando una sorta di Legge del Ritorno come fa Israele.

Occhio all’autogol

Come già osservato da Atlantico Quotidiano, l’approccio del nuovo governo oltre ad essere debole sul piano strutturale, può rivelarsi ad un clamoroso autogol.

L’immigrazione è un tema sensibilissimo che può portare a un drastico calo dei consensi. Gli italiani hanno scelto Fratelli d’Italia anche per una stretta sull’immigrazione e il rimpatrio dei clandestini (come in tutti i Paesi civili).

Inoltre, risulta che in Italia a fine dicembre 2022 vi erano più di 600 mila disoccupati tra i 35 e i 49 anni, sarebbe il caso di schiodare queste persone in età lavorativa dall’apatia e dal reddito di cittadinanza con lo strumento migliore: abbassare le tasse per favorire le assunzioni e mettere in moto un circolo virtuoso (che tra le altre cose, può portare ad un incremento della natalità).

Dopotutto, se una persona preferisce il sussidio statale al lavoro, è anche perché l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui negli ultimi 30 anni i salari sono diminuiti. La priorità dovrebbe essere questa.

Matrimonio gay

Infine, il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega) ha recentemente aperto al matrimonio egualitario: “il centrodestra valuterà la proposta e poi deciderà. Non la destra, ma il centrodestra. Nel 2016 feci le barricate contro le unioni civili, ma penso che la società vada avanti. Scalfarotto ha ragione: forse su determinate cose andrebbe tolta l’ideologia”.

In poche parole, la destra non deve fare più la destra, ma sdoganare l’agenda progressista in quanto al di là dell’ideologia. Mentre con Elly Schlein il Pd si radicalizza, il centrodestra si annacqua e diventa una sinistra più moderata.

Il problema della destra è sempre lo stesso: cercare l’approvazione etica e politica della sinistra, avendo introiettato un complesso di inferiorità e sentendosi in dovere di dimostrare che loro non sono “fascisti”. Un’approvazione che non arriverà mai perché non conta quanto sei moderato e diluisci le tue idee, per i progressisti sarai sempre un nemico da abbattere.

Al contrario, il centrodestra deve riappropriarsi di una dimensione del conflitto (politico) e portare avanti con coraggio la sua agenda senza la smania di dimostrare alcunché a chi ti reputa un “fascista”.

Se lo scontro si polarizza non bisogna cedere terreno. Se il centrodestra non mantiene la barra dritta rischia di perdere consensi in poco tempo. Dopotutto, perché votare un centrodestra che porta avanti politiche di sinistra? Il rischio è quello di spingere gli italiani – che mediamente hanno idee di centrodestra – verso l’astensionismo e favorire i progressisti.

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