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Chi è Emad Trabelsi, il trafficante di uomini che fa accordi con Piantedosi – Il Riformista

L’interrogazione parlamentare di Grimaldi

Redazione — 12 Marzo 2023

Chi è Emad Trabelsi, il trafficante di uomini che fa accordi con Piantedosi

Marco Grimaldi, deputato di Sinistra Italiana, ha presentato una interrogazione chiedendo che il ministro degli Interni risponda in aula. Il tema è quello che abbiamo segnalato sul Riformista di giovedì: perché l’Italia tratta amichevolmente con un trafficante libico?

Dice Grimaldi: «In data 3 marzo, il media Libya Review ha riportato che il Ministro dell’Interno libico Emad Trabelsi è stato arrestato dalla polizia francese a Parigi, presso l’aeroporto Charles de Gaulle, mentre “trasportava un’ingente somma di denaro in contante”, per essere rilasciato dopo poche ore. La notizia è stata poi riportata da altre fonti di stampa anche italiane nelle quali si fa riferimento a “mezzo milione di euro” su cui il Ministro non avrebbe saputo dare spiegazioni. La rivista Limes, nel riferirla, aggiunge che “l’uomo è legato al traffico di migranti da prima di diventare Ministro” e la figura di Emad Trabelsi è stato oggetto di diverse inchieste del quotidiano L’Avvenire».

«Trabelsi – continua l’on. Grimaldi – è stato nominato Ministro dell’interno del governo di Tripoli in veste “temporanea” dal Primo Ministro libico Abdul Hamid Dbeibah il 6 novembre 2022; nel 2018, Trabelsi fu citato in un rapporto annuale sui diritti umani redatto dal Dipartimento di Stato Usa, che riportava informazioni delle Nazioni Unite in merito a violazioni dei diritti in Libia; Trabelsi veniva individuato come uomo appartenente a una milizia e “destinatario di fondi ottenuti illegalmente”, si segnalava inoltre che controllasse un gruppo armato chiamato “Special Operation Forces” che avrebbe raccolto “circa 3.600 dollari per ogni cisterna che attraversava i checkpoint” libici». «Gionalisti di RadioRadicale – prosegue l’interrogazione – hanno riportato nel dicembre del 2022 che l’esito di questi viaggi sarebbe stato l’ingresso illegale di petrolio prodotto in Tunisia per un valore di centinaia di migliaia di dollari; già in occasione della precedente nomina a Sottosegretario, le organizzazioni per i diritti umani libiche e internazionali, fra cui Amnesty International, hanno indicato Trabelsi come “uno dei peggiori violatori di diritti umani e del diritto umanitario internazionale”». «Nelle carte ufficiali delle Nazioni Unite e del Tribunale Penale Internazionale si parla di “traffico di esseri umani, violenze, torture e sparizioni forzate ai danni di migliaia di migranti e rifugiati”». Fin qui la descrizione del personaggio.

Poi l’interrogazione si sposta in Italia: «Le autorità italiane hanno incontrato Trabelsi in svariate occasioni per discutere le relazioni fra i due Stati, ma in particolare la gestione dei migranti; come noto, dal 2017 è in vigore un Memorandum Italia-Libia che consente, tra l’altro, alla Guardia costiera libica di intercettare e fermare i migranti nel Mediterraneo, accordo rinnovato il 2 febbraio di quest’anno; il 29 dicembre del 2022, Trabelsi ha ricevuto a Tripoli una delegazione del Ministero dell’Interno italiano e dei Servizi segreti italiani, presenti anche il Prefetto capo della polizia e il Direttore dell’ Aise; a fine gennaio 2023, nel corso di un viaggio in Africa, la Presidente del Consiglio ha presenziato a Tripoli alla firma di un accordo sul gas del valore di 8 miliardi di dollari tra l’Eni e la compagnia statale Noc per la produzione di gas in Libia; le intese fra i due governi hanno riguardato non solo “investimenti ed esplorazione” nel gas, ma anche “il rapporto con la Guardia costiera”; il 21 febbraio, il Ministro dell’Interno italiano ha incontrato nel suo ufficio Trabelsi per discutere “comuni azioni” per gestire i flussi migratori, ossia per bloccare le partenze dalla Libia». L’interrogazione si conclude con l’ovvia richiesta: «Si chiede al Ministro interrogato, alla luce dei fatti esposti, di informare il parlamento circa i rapporti intercorsi con Emad Trabelsi, figura accusata di traffico di migranti e violazioni dei diritti umani».

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