Trovò senza vita Lucietti e si uccise 24 ore dopo
Fabio Calcagni — 26 Gennaio 2023
Definitivamente scagionato da ogni sospetto. Non fu certamente Maurizio Gionta a sparare ed uccidere Massimiliano Lucietti, il cacciatore e vigile del fuoco volontario trovato morto la mattina del 31 ottobre scorso nei boschi della Val di Sole in Trentino, durante una battuta di caccia a Celledizzo.
Lo confermerebbero le analisi di laboratorio sugli Stub effettuato su mani, braccia e abiti dell’ex guardia forestale, che non hanno evidenziato residui di polvere sparo. Tutte le analisi, scrive oggi il Corriere della Sera, sembrano dunque scagionare il 59enne che quella mattina trovò il copro senza vita di Lucietti e che 24 ore dopo si tolse via vita.
Prima di rivolgere contro di sé l’arma, Gionta lasciò la fede sul comodino di casa e un biglietto sull’auto con la scritta “Non voglio colpe che non ho”. Gionta era stato interrogato dai carabinieri di Trento dopo il ritrovamento del corpo del giovane cacciatore 24enne, ma solo come “persona informata sui fatti” e non da indagato.
I familiari, che si sono affidati all’avvocato Andrea de Bertolini, in questi giorni si erano subito mossi per difenderne l’onorabilità invitando tutti ad evitare “frettolose conclusioni”.
Quel grido di innocenza lasciato in quel bigliettino sembra oggi confermato dalle analisi del Ris dei carabinieri. Nella relazione tecnica consegnata alla Procura, di cui ha preso visione il Corriere, i militari evidenziano che “non sono state rivenute particelle “peculiari” dello sparo”, mentre alcune particelle “compatibili” se “considerate da sole assumono una valenza limitata atteso che, per loro natura, possono essere anche di origine ambientale o derivare da fonti occupazionali”.
Scagionato Gionta, resta però l’interrogativo chiave: chi ha sparato e ucciso Lucietti? Raggiunto da un colpo fatale alla nuca, il 24enne è stato colpito da un proiettile esploso da un fucile Winchester calibro 270, particolarmente comune tra i cacciatori.
Non a caso il pm titolare dell’inchiesta, Davide Ognibene, in questi mesi ha sentito diversi cacciatori della zona: almeno una ventina possiedono l’arma che ha ucciso Lucietti.
Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.
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