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Aumentano le navi spia russe nel Pacifico: Usa in allerta

La Guardia Costiera degli Stati Uniti sta monitorando con estrema attenzione un’imbarcazione russa avvistata nelle acque internazionali non distante dalle isole Hawaii. I funzionari statunitensi sospettano che possa trattarsi di una nave spia utilizzata per raccogliere informazioni.

“Nelle ultime settimane, la Guardia Costiera degli Stati Uniti ha continuato a monitorare una imbarcazione russa, ritenuta una nave per la raccolta di informazioni“, ha fatto sapere in un comunicato diffuso dalla Cnn, affermando che la situazione non è insolita ma viene tenuta sotto controllo”, ha fatto sapere la United States Coast Guard (Uscg) con un comunicato ufficiale.

La stessa Guardia Costiera ha osservato che le leggi internazionali consentono alle navi militari straniere di viaggiare liberamente attraverso la zona economica esclusiva degli Stati Uniti – che designa porzioni degli oceani Atlantico e Pacifico in cui gli Stati Uniti e altre nazioni costiere hanno il controllo sulle risorse naturali – ma “navi militari battenti bandiera straniera”, presumibilmente come la nave russa sotto sorveglianza vicino alle Hawaii, “sono state spesso osservate operare e bighellonare” in quella particolare area. E dunque allerta massima in vista di un possibile allarme rosso.



La nave russa sospetta

A detta degli Stati Uniti, la nave avvistata nei pressi delle Hawaii potrebbe essere una nave impiegata dalla Russia per la raccolta di informazioni di intelligence. Non è infatti la prima volta infatti che sospette navi spia russe salpano al largo delle coste Usa. Nel 2019, ad esempio, un’imbarcazione al largo della costa sud-orientale operava in modo che due funzionari statunitensi hanno definito “non sicuro”.

Le azioni della Viktor Leonov, una nave di sorveglianza russa che navigava al largo della costa della South Carolina e della Florida, erano ritenute pericolose perché non utilizzava le luci di marcia in condizioni di scarsa visibilità e non rispondeva ai tentativi delle navi commerciali di comunicare per evitare potenziali incidenti.

In questo caso specifico, l’area marittima interessata dalla potenziale minaccia è il 14esimo distretto presieduto dalla guardia costiera Usa, la cui giurisdizione comprende le acque che circondano le Isole Hawaii e la maggior parte del Pacifico centrale e occidentale. Si tratta della più grande area di responsabilità della Uscg, comprende oltre 14 milioni di miglia quadrate di terra e mare.

Il distretto comprende unità a Oahu, Maui, Kauai, Big Island, Samoa, Saipan, Guam, Singapore e Giappone, e impiega quasi 1.800 tra soldati in servizio attivo, riservisti, ausiliari e addetti in ruoli civili. La Uscg ha dichiarato che si sta coordinando con il dipartimento della Difesa Usa per tracciare e fornire aggiornamenti sui movimenti delle navi straniere e sulle attività correlate al distretto 14.

📷: These images made from a video provided by U.S. Coast Guard District 14 Hawaii Pacific and dated January 2023 show a Russian surveillance ship patrolling off the coast of Hawaii. (AP) pic.twitter.com/tCJh4WAXE2

— Voice of America (@VOANews) January 20, 2023

Movimenti nel Pacifico

Per rendere più efficiente il controllo delle minacce nell’Indo-Pacifico, un’area particolarmente turbolenta a causa dei sempre più numerosi movimenti delle navi russe e del dinamismo della flotta cinese, gli Stati Uniti hanno pensato bene di affidarsi ai loro partner locali. In particolare al Giappone, la cui Guardia Costiera sta assumendo un ruolo rilevante in ambito internazionale.

Già, perché la Guardia Costiera giapponese ha ampliato il suo impegno e, negli ultimi anni, queste funzioni sono diventate essenziali ai fini della realizzazione della cosiddetta Foip, e cioè la Free and Open Indo-Pacific Stretegy.

Traducibile in italiano come Strategia indo-pacifica libera e aperta, questo concetto indica l’ambizioso progetto geopolitico lanciato dall’ex premier giapponese Abe Shinzo. L’obiettivo di Tokyo è quello di unire economicamente e politicamente due continenti, l’Asia e l’Africa, e altrettanti oceani, il Pacifico e l’Indiano, così da creare una piattaforma attraverso la quale portare ordine in una regione particolarmente complessa.

Ebbene, la partnership tra la USCG Usa e la sua omologa nipponica è sempre più profonda e intensa. In chiave anti cinese ma, a quanto pare, anche per contrastare le avventure di sospette navi russe.

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