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Arrestato Matteo Messina Denaro, il superboss della Mafia catturato in una clinica privata a Palermo – Il Riformista

La “primula rossa” di Cosa Nostra era latitante da 30 anni

Antonio Lamorte — 16 Gennaio 2023

Arrestato Matteo Messina Denaro, il superboss della Mafia catturato in una clinica privata a Palermo

Matteo Messina Denaro si era recato in una clinica privata “per sottoporsi a terapie”. E lì a Palermo è stato arrestato dopo anni trent’anni di latitanza. Era definito la Primula Rossa di Cosa Nostra, capomafia di Castelvetrano, in provincia di Trapani: uno dei latitanti più ricercati e pericolosi del mondo. L’inchiesta che ha portato alla cattura è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

A far sapere che Messina Denaro era in una nota clinica privata è stato il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto. L’operazione di arresto è stata messa in atto dagli uomini del raggruppamento speciale del Ros assieme a quelli del Gis e dei comandi territoriali della Legione Sicilia. La struttura era la nota clinica specialistica La Maddalena. Messina Denaro non ha opposto resistenza.

Messina Denaro, superlatitante, 60 anni, detto “u’ siccu”, “Primula Rossa” della Mafia siciliana, figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina. Era sparito nel nulla nel 1993, quando esplosero le bombe della Mafia a Milano, Firenze e Roma. Le sue tracce si persero dopo una vacanza a Forte dei Marmi con i fratelli Graviano. Era ricercato anche all’estero per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materie esplodenti, furto. Prima di sparire nel nulla scrisse una lettera alla fidanzata dell’epoca. “Sentirai parlare di me – le scrisse, facendo intendere di essere a conoscenza che di lì a poco il suo nome sarebbe stato associato a gravi fatti di sangue – mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”.

Messina Denaro era stato avvistato centinaia di volte, nei luoghi e nei Paesi più disparati. Gli investigatori avrebbero in mano una sola immagine recente del boss, sfocata, risalente al 2009 e registrata da una telecamera nell’agrigentino. Per la Direzione Investigativa Antimafia restava una “figura criminale carismatica della mafia trapanese”. Diverse testimonianze e versioni avevano ipotizzato la sua permanenza in Sicilia, da latitante.

“Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia”, ha commentato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia”. Immediato il post del ministro della Difesa Guido Crosetto: “Arrestato Matteo Messina Denaro! Complimenti alle forze dell’ordine, alla magistratura, alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia. Grazie ai Ros ed ai magistrati per il loro lavoro!”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.

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