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Armi, sanzioni e le rischieste di Zelensky: cosa ha deciso il Consiglio europeo

Presa d’atto della condanna per crimini di guerra della Cpi nei confronti di Vladimir Putin, sostegno militare e umanitario all’Ucraina per “tutto il tempo necessario” oltre alla conferma dell’impegno a sostenere la riparazione, il recupero e la ricostruzione dell’Ucraina. Queste le conclusioni del Consiglio europeo riunitosi a Bruxelles tra il 23 e 24 marzo, che conferma quanto già approvato tre giorni fa dal Consiglio dei ministri degli Esteri europei. A un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, il tema della guerra che ha sconvolto l’Europa non poteva che essere al centro di questo vertice nel quale i 27 leader dell’Ue hanno ribadito il proprio sostegno all’Ucraina e all’invio di armi a Kiev.

Ue che, all’indomani del vertice, ricordava che dall’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 sono stati messi a disposizione di Kiev “circa 67 miliardi di euro”, oltre a una serie di sanzioni economiche “senza precedenti” nei confronti della Federazione russa. Nei giorni scorsi, il Consiglio Affari Esteri ha inoltre approvato il piano europeo per dare 2 miliardi di euro di munizioni all’Ucraina. In base all’accordo, l’Ucraina otterrà munizioni “terra-terra”, sia di artiglieria. Non escluso l’acquisto di missili da destinare all’esercito ucraino.

Un piano per l’Ucraina: Ungheria neutrale su Cpi

Nel ribadire la sua “ferma condanna” all’invasione russa, il consiglio europeo, stando alle conclusioni approvate dai leader Ue, ha ribadito il suo sostegno al piano di pace proposto da Zelensky, che ovviamente la Russia non prende minimamente in considerazione e prevede la restituzione di tutti i territori a Kiev (Crimea compresa). L’organo dell’Ue, infatti, afferma che la Russia deve “fermare la sua aggressione e ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente” tutte le sue “forze militari dall’intero territorio dell’Ucraina”.

Il punto forse politicamente più rilevante riguarda tuttavia il mandato d’arresto della ICC (Corte Penale Internazionale) nei confronti del presidente russo Vladimir Putin: “La Russia – si legge – deve garantire immediatamente il ritorno sicuro degli ucraini trasferiti o deportati con la forza in Russia, in particolare i bambini.” In tale contesto, “il Consiglio europeo prende atto dei mandati d’arresto recentemente emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti del presidente russo per il crimine di guerra di deportazione e trasferimento illegali di bambini ucraini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia”. Qualche mal di pancia su questo punto in realtà c’è, in realtà, soprattutto da parte dell’Ungheria, che ha spinto per una posizione più “neutrale” possibile su questo punto: nelle scorse ore, infatti, avevano suscitato polemiche le dichiarazioni di Gergely Gulyás, capo di gabinetto del premier ungherese, Viktor Orban, che aveva definito “infelice” il mandato d’arresto.

“Sì a nuove sanzioni”

Sul fronte delle sanzioni, l’Ue apre alla possibilità di introdurne di nuove, pur senza entrare nello specifico. In tal senso Consiglio Europeo sottolinea la necessità di mantenere alta la pressione sulla Federazione russa, “anche attraverso eventuali ulteriori misure restrittive, continuando a lavorare sul prezzo massimo del petrolio insieme ai partner”, sostenendo altresì “fermamente e pienamente Kiev” e continuando a “fornire un forte sostegno politico, economico, militare, finanziario e umanitario all’Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario”. I Paesi dell’Ue ribadiscono il loro sostegno all’adesione del Paese nell’Unione europea, uno dei punti elencati dal presidente ucraino Zelensky nella telefonata fatta ai leader europei. Il consiglio europeo condanna inoltre Bielorussia e Iran per il loro sostegno militare alla Federazione russa.

I punti di Zelensky

In circa 10 minuti di videochiamata, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito le richieste del suo governo per fronteggiare l’invasione russa. Zelensky si è collegato con i leader dell’Unione europea mentre si trovava in treno, dopo aver incontrato i militari ucraini nel Donbass, nei pressi del fronte vicino a Bakhmut e a Kharkiv. Il presidente ucraino ha sottolineato quanto sia “devastante” visitare le città sotto assedio russo, ma che il popolo ucraino “ha resistito tenacemente”. Il leader ucraino avrebbe dunque chiesto ai Paesi dell’Ue di “accelerare la consegna delle armi” promesse al suo esercito, altrimenti la guerra si trascinerà a lungo.

Pur manifestando la sua gratitudine per il sostegno, il presidente ucraino ha spiegato che alcuni “ritardi” potrebbero prolungare la guerra nel suo Paese. In particolare, Zelensky si riferiva ai ritardi nella fornitura di missili a lungo raggio e dei caccia, nel ritardo nell’adottare ulteriori sanzioni contro la Russia, e dei negoziati di adesione all’Ue che rischiano di prolungarsi. Il presidente ucraino ha inoltre proposto ai leader europei di organizzare un summit sul “piano di pace” proposto da Kiev da tenersi in una delle capitali europee, principalmente per ragioni di sicurezza.

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