L’anarchico ha perso 38 chili, 4 nell’ultima settimana
Frank Cimini — 15 Gennaio 2023
In una settimana Alfredo Cospito ha perso altri 4 chili e sono 38 dal 20 ottobre scorso quando ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro l’applicazione dell’articolo 41 bis del regolamento penitenziario relativo al carcere duro. Al fine di non lasciare nulla di intentato il suo difensore Flavio Rossi Albertini ha depositato istanza di revoca del 41bis al ministro Carlo Nordio che comunque era a conoscenza della procedura giudiziaria davanti al Tribunale di Sorveglianza e del conseguente ricorso per Cassazione. Nordio si era lamentato dell’assenza di specifiche richieste al suo ufficio pochi giorni fa ma nello stesso comunicato ammetteva di essere al corrente del caso.
Ennesima puntata di un gioco delle parti sulla pelle di un detenuto che sta mettendo in gioco la sua vita in una battaglia che ha spiegato più volte combatte non solo per se stesso. “Ormai stiamo tutti in una storia surreale” precisa l’avvocato Albertini. “È dimagrito ulteriormente – racconta il medico di fiducia Arnangela Melia – in maniera importante rispetto alla settimana scorsa ha perso altri 4 chilogrammi, adesso ne pesa 80, circa 10 sotto il peso forma. la muscolatura si sta riducendo progressivamente. Era un po’ arrabbiato perché sono andati a visitarlo quattro parlamentari del Partito Democratico e lui ha ribadito che la sua lotta non è solo per lui ma per tutti quelli che si trovano al 41bis”. La dottoressa spiega che il dimagrimento preoccupa a questo punto perché Cospito avendo già consumato i suoi depositi di grasso adesso sta andando piano piano verso un catabolismo muscolare per cui ci sarà una riduzione della forza e ci si deve aspettare un peggioramento delle condizioni di salute.
Arcangela Melia riferisce inoltre che Cospito menziona sempre i compagni curdi che sono stati anche un anno senza mangiare però prendendo multivitaminici e integratori che lui rifiuta perché gli fanno venire un senso di fame. Con il senso di fame lui si sente male. Ma senza integratori il peggioramento ulteriore della salute appare inevitabile. Per quanto riguarda l’istanza presentata all’attenzione del ministro Nordio si fonda su fatti nuovi non sottoposti già al Tribunale di Sorveglianza lo scorso primo dicembre. Va ricordato che, essendo in via di definizione la vicenda del ricorso per Cassazione, non appare molto probabile un intervento del ministro. I tempi della decisione della Cassazione non sono al momento noti ma comunque non certo a breve. E soprattutto questo ambaradan burocratico e giuridico si scontra con le condizioni di salute del detenuto che sono molto a rischio.
Walter Verini, uno dei quattro parlamentari che aveva fatto la visita nella prigione di Sassari, ritorna sul caso per dire che bisogna evitare effetti estremi e invita Nordio a fare al più presto una valutazione. Anche se il Pd sul 41bis non cambia idea. Infatti Verini conferma che lo strumento del 41bis è imprescindibile per le finalità per le quali nacque. All’appello in favore dell’anarchico si accoda l’alleanza tra Sinistra italiana e Verdi ritenendo tra l’altro sproporzionata la pena inflitta rispetto al gesto relativo ai pacchi esplosivi di Fossano. “Evitare un esito fatale che macchierebbe per sempre la nostra democrazia”, dicono in un comunicato Luana Zanella e Peppe De Cristofaro capigruppo di Camera e Senato. Tra i firmatari l’artista Alessandro Bergonzoni “perché salvare una vita è sempre doveroso a prescindere”. Bergonzoni spiega di convivere sia le motivazioni di Luigi Manconi sia quelle della vicesindaco di Bologna Emile Clancy che, pur ricoprendo una carica pubblica, ha aderito senza che la si possa rimproverare per aver sostenuto cose gravi o illecite nei confronti delle istituzioni. Il Partito della rifondazione comunista denuncia “un accanimento contro Cospito. Contro la Costituzione si utilizzano misure emergenziali con una disinvoltura disumana”.
Intanto anche la Camera Penale di Milano ha aderito all’appello di giuristi e intellettuali per salvare la vita di Alfredo Cospito affermando che il caso fin qui “ha avuto un solo merito, quello di puntare i riflettori dell’opinione pubblica sul tema del 41bis sinora negletto se non utilizzato esclusivamente per esaltarne la natura di necessaria e utile arma di ‘lotta’ al fenomeno mafioso. Dimenticando che tale strumento nacque come provvisorio finalizzato a casi individuali e eccezionali di pericolosità elevatissima con durata limitata”. I casi di annullamento invece sono molto limitati. Adesso al 41bis si trovano circa 800 detenuti quindi molti di più rispetto ai primi anni, quelli delle stragi. È insomma la storia dell’infinita emergenza italiana. Ben oltre questo ministro e questo governo.
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