Il dipartimento di Stato
Antonio Lamorte — 16 Febbraio 2023
Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti annuncia: il nuovo capo di Al Quaida è Saif al-Adel, un egiziano che abita in Iran. E potrebbe essere proprio questa, la notizia nella notizia arrivata a quasi otto mesi dalla morte di Ayman al-Zawahiri, nel luglio 2022. “La nostra valutazione è in linea con quella delle Nazioni Unite: il nuovo leader di al-Qaida, Saif al-Adel, vive in Iran”, ha detto un portavoce del dipartimento USA. Al-Adel è nella lista dei terroristi più ricercati, i “most wanted”, dell’FBI.
Al Zawahiri era stato ucciso in un attacco americano con un drone della Cia a Kabul. Fino al giugno del 2021 il braccio destro di Osama Bin Laden si era nascosto in una località al confine tra Afghanistan e Pakistan. Era stato una delle menti degli attacchi terroristici dell’11 settembre del 2001 negli Stati Uniti, con i suoi scritti e le sue argomentazioni aveva profondamente plasmato Al Qaeda e i movimenti terroristici a questa correlati. Egiziano come al-Zawahiri è Saif al-Adel: 62 anni, ex tenente colonnello delle forze speciali egiziane, appartiene alla vecchia guardia del gruppo terroristico e addestratore di alcuni dei dirottatori dell’11 settembre. Le Nazioni Unite avevano pubblicato martedì un rapporto in cui si affermava l’opinione prevalente secondo cui Adel sia ora il leader del gruppo, “rappresentando per ora la continuità”.
Il gruppo al momento non ha formalmente dichiarato “emiro” il 62enne a causa della sensibilità alle preoccupazioni delle autorità talebane in Afghanistan, che non hanno voluto riconoscere che Zawahiri è stato ucciso da un razzo statunitense in una casa a Kabul l’anno scorso. Delicatissima l’informazione secondo cui Adel risieda in Iran, roccaforte del credo sciita mentre al-Qaeda è un’organizzazione di stampo sunnita. “La sua posizione solleva questioni che hanno a che fare con le ambizioni di al-Qaeda di affermare la leadership di un movimento globale di fronte alle sfide dell’ISIL”, si legge nel rapporto dell’Onu, che fa riferimento a un altro nome per il gruppo rivale, il sedicente Stato Islamico. Del terrorista si ritrova un profilo sul sito Rewards forr Justice, il programma anti-terrorismo per la sicurezza americana.
Sulla sua testa pende una taglia fino a dieci milioni di dollari per informazioni utili alla cattura. Membro del consiglio del Majlis al-Shura, era un luogotenente di Abu Musab al-Zarqawi, fondatore di Al Qaeda in Iraq. È stato accusato e incriminato per il suo ruolo negli attentati del 7 agosto del 1998 alle ambasciate americane di Dar Es Salaam, in Tanzania, e di Nairobi, in Kenya. Oltre 200 morti, più di 5.000 feriti. Dopo quegli attentati si sarebbe spostato nel sud-est dell’Iran. Agli arresti domiciliari dal 2003, sarebbe stato rilasciato dalla custodia in uno scambio con un diplomatico iraniano rapito in Yemen da Al Qaeda. Sempre secondo Washington avrebbe fornito addestramento militare e di intelligence tra Afghanistan, Pakistan e Sudan, a membri di Al Qaeda, alla Jihad Islamica Egiziana e alle tribù somale che hanno combattuto contro le forze americane a Mogadiscio.
“Il 23 settembre 2001 – si legge – al-Adl è stato elencato nell’allegato dell’ordine esecutivo 13224 e, di conseguenza, è soggetto a sanzioni ai sensi di esso come terrorista globale appositamente designato. Come risultato di questa designazione, tra le altre conseguenze, tutte le proprietà e gli interessi in proprietà di al-Adel che sono soggetti alla giurisdizione degli Stati Uniti sono bloccati e alle persone statunitensi è generalmente vietato effettuare transazioni con al-Adl”.
Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.
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