Roma, 26 gen – Altro che sparate su stipendi differenziati ai professori e finanziamenti privati, come proposto dal ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. La verità è che la scuola italiana ha urgente bisogno di consistenti interventi pubblici, seri e strutturali. E non serviva certo quanto accaduto oggi a Palermo per comprenderlo, il grave episodio di cui stiamo per parlarvi è semmai emblematico al riguardo. Sì perché a Palermo, alla scuola Emanuela Loi, nel quartiere Passo di Rigano, una bimba di dieci anni si è sentita male ed è andata in ipotermia a causa del troppo freddo in classe. I riscaldamenti dell’istituto scolastico erano spenti per un guasto mai riparato. La bambina ha così cominciato a tremare e quando i sanitari del 118 sono arrivati per soccorrerla, l’hanno trovato in ipotermia.
Palermo, troppo freddo in classe: bimba va in ipotermia
“Una bambina della classe quinta, a seguito di malore ed evidente tremore e intorpidimento delle gambe durante il normale svolgimento delle attività didattiche, è stata condotta in ospedale dagli operatori del 118, tempestivamente chiamati, e il genitore riferisce che i medici abbiano appurato che si sia trattato di ipotermia”, ha confermato la preside della scuola, Rosaria Corona.
Lo stesso dirigente scolastico ha precisato che il riscaldamento della struttura è inutilizzabile, in quanto disattivato dopo il sopralluogo di Amg gas. “Questo mette in grave pericolo la salute degli studenti e delle studentesse che in queste giornate invernali sono costretti a trascorrere ore a scuola con temperature non adeguate”, si legge nella circolare della preside. “C’è il rischio, inoltre, che la costante fuoriuscita di acqua possa irrimediabilmente danneggiare le fondazioni dell’edificio”.
Oltretutto, come riportato da Palermo Today, il prefetto sollecita da luglio scorso l’amministrazione comunale al ripristino dell’impianto. “Ma nessun intervento è stato realizzato” sottolinea la preside. “Il Coime, a seguito di sopralluogo, ha più volte comunicato che è impossibilitato ad effettuare l’intervento richiesto trattandosi di intervento su locale confinato – dice ancora Corona – per via della difficoltà nella perlustrazione, è impossibile fare un preventivo. Dunque i relativi costi dell’intervento di riparazione non sono noti e resta inteso che sono da ribaltare completamente al Comune di Palermo”.
Come se non bastasse “l’applicazione di prevenzione per il contenimento del contagio del virus sta rendendo le temperature all’interno degli ambienti scolastici ancora più rigide – conclude la preside – sollevando le preoccupazioni e il malcontento delle famiglie che si rifiutano di far frequentare i figli. Se il Comune non interverrà, sarò costretta a chiudere il plesso, con aule e uffici amministrativi”.
La scuola italiana “cade a pezzi”
In tutto questo la scuola italiana sta “cadendo a pezzi”. Tra il settembre 2021 e il luglio 2022 sono stati registrati 45 episodi, tra crolli, distacchi di intonaco e finestre pericolanti in tutto il territorio nazionale: sedici di questi al Sud e sulle isole, 19 al Nord e un’altra decina al centro. L’analisi di Cittadinanzattiva ha rilevato anche quanto le strutture scolastiche italiane siano vecchie e malconce: più del 40% di esse è stato costruito, infatti, prima del 1976. E più della la metà è privo delle certificazioni di agibilità statica e di prevenzione incendi.
Alessandro Della Guglia
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