Resta in piedi l’ipotesi “grande coalizione”
Carmine Di Niro — 5 Aprile 2023
Sanna Marin compie una uscita di scena politica definitiva, almeno sul piano nazionale. Dopo la cocente sconfitta alle elezioni parlamentari in Finlandia di domenica 2 aprile, la premier uscente ha annunciato che si dimetterà a settembre da leader del partito socialdemocratico, uscito dal voto di pochi giorni fa soltanto come terza forza nel Paese dietro i centristi di Petteri Orpo e anche alla destra populista di Riika Purra.
Marin, 37 anni, ha inoltre annunciato che domani, 5 aprile, si dimetterà dal governo e ha anche escluso di entrare in un nuovo esecutivo se il futuro primo ministro Petteri Orpo sceglierà di allearsi con la sinistra piuttosto che con l’estrema destra. “Non credo sia probabile che io stessa faccia parte della squadra ministeriale”, ha detto la premier uscente.
Visto che il nuovo presidente del partito sarà eletto a settembre al congresso di Jyväskylä, sarà però lei a guiderà le consultazioni con Orpo, che d’altra parte si è detto disposto a lavorare con tutti: il passo indietro di Marin potrebbe essere un assist ad una ipotesi di “grande coalizione” tra centristi e socialdemocratici, anche perché le divergenze tra Orpo e la destra populista del Partito dei Finlandesi di Riikka Purra non mancano.
Quanto alla sua esperienza al governo del Paese, ha definito questi tre anni e mezzo “un grande onore” in un mandato che l’ha resa una figura riconosciuta a livello internazionale, con l’ingresso della Finlandia nella NATO in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, ma ha anche provocato momenti “eccezionalmente difficili”. “Devo ammettere francamente che la mia resistenza è stata messa a dura prova in questi anni”, ha ammesso Marin, con parole che ricalcano quelle spese recentemente dalla leader neozelandese Jacinda Ardern e dall’ex premier scozzese Nicola Sturgeon.
La premier uscente ha anche aggiunto che non le è stato offerto “un incarico internazionale, continuerò a lavorare come deputato”. Parole che sembrano quasi una risposta alla possibilità, evocato dai giornali finlandesi e non solo, che Marin dopo la sconfitta possa diventare la ‘carta da giocare’ per i Socialisti e Democratici europei in vista delle prossime elezioni che rinnoveranno l’Europarlamento nel 2024, come candidata al ruolo di presidente della Commissione Ue, oppure come segretario generale della NATO al posto del norvegese Jens Stoltenberg.
Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia
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