I risultati del voto
Carmine Di Niro — 13 Febbraio 2023
La vittoria del centrodestra di governo, ma soprattutto la vittoria di Giorgia Meloni. L’esito delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia è il trionfo personale della presidente del Consiglio, che trascina la coalizione a Roma come a Milano.
Il trionfo è raccontato infatti dai numeri, al netto di una affluenza mai così negativa, con un elettore su quattro che domenica e lunedì ha deciso di non recarsi alle urne: un segnale di scoramento e di una offerta politica che non rappresenta gli italiani.
A spogli ancora non conclusi i risultati sono ormai chiari: Francesco Rocca nel Lazio e Attilio Fontana in Lombardia sfondano ampiamente quota 50 per cento, lasciando le briciole agli avversari.
Nel Lazio il centrosinistra formato da Partito Democratico e Terzo Polo, a sostegno di Alessio D’Amato, assessore alla Sanità nella giunta uscente di Nicola Zingaretti, si ferma al 35%, mentre i 5 Stelle andati da soli alle urne con l’ex WWF Donatella Bianchi racimolano l’11,5%.
In Lombardia il centrodestra di Fontana sfonda e vola fino al 55 per cento, contro il 33% dell’eurodeputato Dem Pierfrancesco Majorino, supportato in questo caso dal Movimento 5 Stelle di Conte. Lombardia in cui le opposizioni vanno ancora una volta divise, ma questa volta è il Terzo Polo di Azione e Italia Viva ad andare da solo appoggiando Letizia Moratti, ex vicepresidente proprio di Fontana: l’ex ministra ed ex sindaco di Milano non riesce però neanche a raggiungere il 10 per cento. La “manager” appoggiata da Calenda e Renzi non potrà guidare l’opposizione al Pirellone: la legge elettorale lombarda prevede un posto in consiglio regionale solo per il secondo arrivato e Moratti non ha inserito il suo nome in lista.
Un voto, quello in Lombardia e Lazio, che certifica l’onda lunga delle elezioni del 25 settembre scorso che hanno premiato Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. In Lombardia, dove cinque anni fa FdI racimolò il 3,6%, ora il partito della premier è primo sfiorando il 26 per cento. La Lega invece soffre ma non crolla completamente. Il Carroccio ottiene il 17% dei voti, a cui vanno aggiunti di fatto il 6% ottenuti dalla lista di Attilio Fontana, anche lui esponente del partito di Salvini.
Nel Lazio invece è un monologo meloniano. Qui Fratelli d’Italia sfonda quota 30 per cento, lacciando le briciole agli alleati di Lega e Forza Italia. Proprio il partito di Berlusconi appare quello più in difficoltà all’interno della maggioranza di governo.
Guardando al campo degli sconfitti, il Partito Democratico deve fare i conti con la bruciante perdita della Regione Lazio dopo 10 anni. Neanche la somma algebrica delle opposizioni avrebbe permesso la vittoria su Francesco Rocca, l’ex presidente della Croce Rossa Italiana scelto da Meloni per strappare la Regione alla sinistra. Eppure i Dem, impelagati anche nel difficile congresso, riescono a tenere i consensi sopra quota 20 per cento sia nel Lazio che in Lombardia, confermandosi senza particolari patemi prima forza di opposizione.
Il voto nelle due Regioni più importanti d’Italia apre invece una seria discussione all’interno della altre opposizioni, i 5 Stelle e i riformisti del Terzo Polo.
La scelta di Conte di andare da soli nel Lazio non ha premiato, mentre in Lombardia l’apporto alla campagna di Majorino è stato sostanzialmente nullo, ottenendo un risicato 4 per cento.
Ma è andata male anche ad Azione e Italia Viva. In Lombardia i due partiti sono stati addirittura superati dalla civica messa in piedi da Letizia Moratti, l’ex vice di Fontana che hanno appoggiato in questa tornata elettorale. Nel Lazio non è andata meglio: nella Regione di Calenda, già candidato sindaco a Roma, il Terzo Polo si ferma al cinque per cento.
Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia
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