Roma, 8 mar – L’Onu contro il Regno Unito sulla questione riguardante i clandestini. La proposta di legge del governo britannico non piace ai buonisti delle Nazioni Unite, che dopo le inutilissime e francamente stucchevoli pacche sulle spalle all’Italia “lasciata sola” ora se la prende con l’esecutivo inglese.

Onu contro la legge anti-immigrazione del Regno Unito

La Gran Bretagna non può fermare la clandestinità. Perché andando al succo vero, la questione è sostanzialmente questa. La proposta di legge del ministro degli Interni britannico Suella Braverman presentatata alla Camera dei Comuni, che si riassume in una stretta molto netta sull’immigrazione (rimpatrio immediato per chi non ha i requisiti, oltre che perdita permanente del diritto di chiedere la cittadinanza britannica per il resto della vita), decisamente non è piaciuta alle Nazioni Unite, le quali hanno etichettato la stessa come un “divieto di asilo”.

Il premier Rishi Sunak ha approvato il “pugno di ferro” proposto dalla Braverman per fermare gli sbarchi illegali sul Canale della Manica. Perché il ministro continua a sostenere la linea dura, per un piano che avrebbe applicazione retroattiva, allo scopo di ridurre la pressione sul sistema di accoglienza britannico, non certamente provato – peraltro – come quello italiano. È l’elettorato stesso ad aver chiesto la svolta, ha dichiarato ancora la Braverman, avendo “esaurito la pazienza” dopo anni di promesse non mantenute.

La solita arma: i “diritti umani”

Che il governo inglese possa andare avanti – a meno di non fare una figuraccia – lo testimonia il programma dello stesso Sunak, il quale aveva inserito il contrasto all’immigrazione illegale e ai trafficanti di essere umani fra le sue cinque priorità. Braverman dal canto suo ha sempre parlato di “un’invasione” in corso sulle coste inglesi, rincarando la dose in modo molto netto: “Ci sono 100 milioni di persone in tutto il mondo che avrebbero diritto all’asilo secondo la legge attuale”. Ma con il pretesto dei “diritti umani” tutto si può fermare. E allora le Nazioni Unite non ci stanno, puntano l’indice e provano a bloccare sul nascere l’iniziativa. Guarda un po’, non ci sta neanche la santissima Amnesty International, che commenta così le intenzioni di Downing Street: “Non c’è nulla di giusto, umano o persino pratico in questo piano”. Già. Perché chiunque vada contro la tendenza imposta a livello internazionale va messo immediatamente spalle al muro.

Stelio Fergola

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