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Pd, Prodi a Schlein: “Prima il programma poi le alleanze” | La Gazzetta di Firenze

(Adnkronos) – In occasione della manifestazione di Firenze di ieri c’è stato un “interessante primo confronto” per future alleanze del Pd, ma “Schlein deve definire il programma del Pd, solo quando c’è un programma definito può fare un’alleanza perché è traente”. Così Romano Prodi, ospite di ‘In mezz’ora in più’ su Raitre. Ieri “è stato bello, ma è stata solo un’esplorazione”, ha aggiunto.  

“Perché un giorno il centrosinistra possa prendere la maggioranza del Paese Schlein deve aggregare la società e non ascoltare il gruppo ristretto”, ha affermato Prodi. Occorre, ha aggiunto l’ex premier, “una radicalismo sui principi, che non spaventa nessuno”, ad esempio sul salario minimo, sulla giustizia fiscale, sulla sanità, la scuola, e “consolidare la natura del partito. Non è necessario che” Bonaccini e Schlein” lavorino insieme, se lo fanno è meglio, l’importante è la compatibilità nelle proposte”. 

Migranti 

“É ora di rendersi conto che il problema dell’immigrazione va affrontato in un modo molto diverso da quello che è stato fatto in passato e da quello che viene fatto oggi. È ora di rendersi conto che è una necessità nazionale e va gestita come l’hanno gestita in Germania o in altri Paesi, cioè li vogliamo, quanti ne vogliamo, come li dobbiamo prendere, come li facciamo cittadini italiani: siamo un Paese che diamo la cittadinanza a della gente i cui trisnonni o quadrisnonni erano italiani, che non sono mai stati italiani, che non sanno neanche cosa sia l’Italia e non la diamo a persone che sono qui da vent’anni a fare i muratori o a fare le badanti”, ha detto ancora l’ex premier.  

“Quando si vuole risolvere facendo in modo che le navi che debbono salvare salvino un po’ meno non è buon messaggio”, ha aggiunto. 

Inchiesta Covid: 

“Sono stupefatto” dall’inchiesta sul Covid, “perché ho vissuto con intensità, con dolore anche degli amici che sono morti soli. In quei momenti nessuno sapeva cosa fare, sentivamo dei pareri tutti diversi, oggi sembra che ci fosse una conoscenza precisa, una dottrina precisa. Non riuscirò mai, mai a rendermi conto di questo cambiamento di mentalità, come la gente non riesca a ricordare quello che è avvenuto”. 

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