L’altra figlia chiede “scusa a tutti”
Fabio Calcagni — 30 Marzo 2023
Silvia e Paola Zani, le due figlie dell’ex vigilessa Laura Ziliani, uccisa nella notte tra il 7 e l’otto maggio 2021, erano convinte che la madre “volesse ucciderci”. Queste sono state le parole della primogenita della donna, la 29enne Silvia, riferite nell’aula del tribunale di Brescia dove si sta tenendo il processo in Corte d’Assise per l’omicidio della 55enne di Temù, il cui cadavere era poi stato ritrovato tra le sterpaglie e i rovi lungo l’argine del fiume Oglio soltanto tre mesi dopo, l’8 agosto.
Davanti al pubblico ministero Caty Bressanelli Silvia Zani, che assieme alla sorella è accusata di aver stordito con degli ansiolitici, soffocato con un sacchetto di plastica e seppellito la mamma sul greto del fiume Oglio con l’aiuto di Mirto Milani, fidanzato di Silvia e amante anche della sorella minore, ha rivelato che “quando ho ucciso mia madre ero convinta al 300 per cento che lei volesse avvelenarci. Ci avrei messo la mano sul fuoco. Ora dopo tanti mesi in carcere, non sono più così sicura”.
A processo ci sono anche la sorella Paola e il fidanzato Mirto Milani. “Eravamo convinti che nostra madre volesse ucciderci. Eravamo spaventatissimi. Non so perché volesse ucciderci, forse perché ero una rompiscatole o perché volevo gestire gli immobili che abbiamo ereditato dopo la morte di mio padre in modo diverso“, ha detto ancora in aula Silvia Zani che già un anno fa, durante l’interrogatorio in carcere in cui confessò l’omicidio della madre, aveva detto di aver agito per difendersi da un presunto piano omicidiario della madre.
A dare la svolta al caso della scomparsa-omicidio di Laura Ziliani, il cui cadavere venne scoperto da un bambino in gita con i genitori, furono anche le confidenze che Mirto Milani fece mentre era recluso nel carcere bresciano di Canton Mobello all’ex compagno di cella, un 50enne condannato per reati fiscali. All’uomo il complice delle sorelle Zani disse che quella sera Paola e Silviano prepararono dei muffin e riempirono quello destinato a Laura di benzodiazepine. “Lei lo mangia però non crolla come previsto nei primi 10 minuti: aveva un fisico forte. Alla Ziliani sembra non succedere niente e va a letto. Laura a un certo punto è ormai rintronata e va in cucina per prendere da bere dal frigorifero. A quel punto scatta la furia di Silvia che prende da dietro la madre. Laura cade sulla figlia, le salta sopra Paola per tenerla ferma, ma la mamma non muore. Con Mirto le mettono il sacchetto di plastica sulla testa e lo chiudono con una fettuccia e una porzione di prolunga”, disse l’ex compagno di cella, aggiungendo inoltre che quella sera il trio aveva il dubbio di aver seppellito viva l’ex vigilessa di Temù.
Sempre questa mattina nell’aula del tribunale di Brescia Paola Zani ha voluto “chiedere scusa a tutti. A mia madre che ho ucciso, ai miei zii, a mia sorella, a mia nonna, a tutte le persone di Temù. Mi rendo conto di aver ferito tutto. Mi dispiace per tutto. In assoluto mi dispiace più di tutti per mia mamma”.
La sorella maggiore Silvia ha provato invece a scagionare il fidanzato Mirto Milani, anche lui a processo. “Quando è intervenuto in camera dove io soffocavo mamma e mia sorella la teneva ferma, credo che mia mamma fosse già morta. È quanto ho rielaborato dopo mesi di carcere“, ha detto ai magistrati la 29enne.
Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.
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