Roma, 2 mar – Il viaggio di Giorgia Meloni in India non è una semplice visita di cortesia, com’è logico attendersi. Ma oltre al “rafforzamento dei rapporti bilaterali” dichiarati dal presidente del Consiglio e riportati dall’Ansa, c’è molto altro, nel contesto di un tour che vedrà impegnato il presidente del Consiglio anche negli Emirati Arabi.
Meloni in India, i nodi da sciogliere e le prospettive diplomatiche
Giorgia Meloni parla con l’India del primo ministro Narendra Modi, il quale ricambia. Un dialogo a due che mostra un interesse reciproco, per due Paesi che si erano allontanati parecchio dopo la questione dei marò nell’ormai lontano 2012. Nuova Dehli è una potenza regionale che – per ovvie ragioni demografiche e territoriali – non può che avere fortissime prospettive globali. Che in questa fase si snodano in maniera differente rispetto ad altri: prova ne sia l’astensione al voto della risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu, il che fa pesare certamente l’appartenenza al Brics, un aspetto che non si può tralasciare in questo momento storico. L’autonomia strategica fino ad oggi mantenuta dall’India gioca un ruolo importante per un Paese che è intenzionato a recitare un ruolo di primo piano anche nella prospettiva della risoluzione della crisi in Ucraina, nel contesto anche di una rivalità con la Cina per ora ancora lontana da esprimere una reale competitività. Lo ha detto lo stesso presidente del Consiglio, parlando di “intensificare i contatti con quei Paesi che si sono ancora astenuti”, tra una citazione del Mahatma Gandhi su Giuseppe Mazzini e altre parole di cortesia. La visita di Meloni viene del resto dopo quella del cancelliere tedesco Olaf Scholz, e dopo le buone parole del presidente francese Emmanuel Macron: la potenza asiatica, insomma, è qualcuno con cui molti, in questo momento, vogliono trattare. Anche per cercare un’alternativa commerciale alla “Nuova Via della Seta” cinese. Perché i rapporti commerciali con una potenza economica come quella indiana, da questo punto di vista, fanno gola a tanti.
Non solo Nuova Dehli
Per il premier si prospetta un altro viaggio complicato, successivo all’incontro con Modi. Si tratta della traversata negli Emirati Arabi Uniti, con cui i rapporti si sono complicati dopo la decisione di Giuseppe Conte, nel 2021, di revocare le autorizzazioni ad esportare armi negli Emirati così come in Arabia Saudita. Una “scelta” che in realtà era ben poco tale, ma un accodamento alla posizione statunitense, nata per sanzionare i due Paesi dopo la guerra in Yemen. Tra Abu Dhabi e Roma, dunque, si cerca di riaprire un dialogo. Senza contare che la collocazione geografica degli Emirati Arabi stessi, un ponte tra Medio Oriente e Asia, e i suoi interessi nel Mediterraneo spesso in contrapposizione con quelli italiani: un contesto in cui il governo prova ad avere meno ostacoli possibili, anche per l’ambizioso progetto di politica energetica che ha annunciato con tanta pomposità.
Alberto Celletti
Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.