Roma, 28 mar – Joe Biden parla della strage di Nashville, sì. Però preferisce prima farsi quattro risate e raccontare una storiella sui gelati. Sembra una battuta macabra e di cattivo gusto, eppure è la realtà.
“Mi chiamo Joe Biden, sono il marito della dottoressa Jill Biden e amo il gelato con gocce di cioccolato, sono venuto perché qui avevano promesso il gelato“, dice il presidente americano nel corso del Women’s Business Summit al quale era stato invitato a parlare, in un contesto che definire grottesco è fin troppo moderato. Davanti a lui, un pubblico che ride genuinamente alle sue barzellette. Poi, bontà sua, l’inquilino della Casa Bianca decide di parlare della strage avvenuta poco prima. Qualche minuto dopo, con calma: “Prima di fare il mio intervento” al Summit, dice. Caro Biden, su Nashville nessuno poteva perdersi le sue storielle sui gelati anzitutto, in effetti.
Un pubblico “grottesco”
Non meno stigmatizzabile è l’atteggiamento del pubblico che ride alle battute del presidente. Nessuno stia a qui a fare retorica spicciola sul “sentimento”. A questi livelli, si tratta di primitivisssima – ammesso che esista – “buona educazione”. L’iperuranio del contesto in cui il presidente va a parlare non è meno inquietante degli atteggiamenti del capo del governo statunitense medesimo. Insomma, che nel privato non freghi niente ci può stare (per quanto triste stia doverlo sottolineare), ma il contegno pubblico è ben altra cosa.
Alberto Celletti
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