Il viaggio del presidente francese Emmanuel Macron in Cina ha un obiettivo: far capire che la Francia e l’Unione europea vogliono mantenere un canale diretto e collaborativo con Pechino, evitando di essere considerati troppo aderenti alla linea Usa.
L’idea si è palesata soprattutto con l’ultimo Consiglio europeo, quando diversi leader Ue, tra cui appunto Macron e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, avevano annunciato non solo l’interesse (pur tiepido) verso i 12 punti di Xi Jinping ma anche l’intenzione di recarsi nella capitale cinese. Scelta narrativa importante che conferma, ancora una volta, il tentativo del presidente francese di ergersi come leader diplomatico del Vecchio Continente sfruttando anche la sua posizione di capo di Stato di un Paese membro permanente del Consiglio di Sicurezza.
L’impegno per la pace in Ucraina
Il grande banco di prova di questa rinnovata spinta asiatica di Macron e di Bruxelles (cui si è unita anche la Spagna di Pedro Sanchez) è la questione ucraina. Il presidente francese, arrivando in Cina, ha detto che Pechino “date le sue strette relazioni con la Russia, può svolgere un ruolo importante” per giungere a una risoluzione del conflitto. Il presidente francese, in ogni caso, ha voluto lanciare anche un messaggio chiaro nei confronti del governo cinese. “Chiunque aiuti l’aggressore sarà complice in violazione del diritto internazionale”, ha detto Macron. E questo è un avvertimento che indica come l’apertura di credito nei confronti di Xi non sia da interpretare come una presa di posizione estranea alla linea espressa fino a questo momento da tutto il blocco occidentale.
A questo proposito, non è certo un caso che Macron, poco prima di partire per la Cina, abbia avuto una conversazione telefonica con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Nel colloquio, sottolineano da Parigi, i due presidenti hanno ribadito la speranza che il colosso asiatico sia d’aiuto per “accelerare assieme a noi la fine della guerra in Ucraina costruendo una pace duratura”. Una strada che il presidente francese sembra avere percorso anche nelle prime ore del suo tour asiatico, dove da giovedì sarà accompagnato anche da von der Leyen.
Il pilastro del commercio
Oltre al dossier russo-ucraino, sul tavolo degli incontri di Macron anche il tema del commercio, uno dei pilastri delle relazioni tra Francia e Cina, così come di tutta l’Unione europea. Il capo dell’Eliseo ha detto di volere “rilanciare una partnership strategica con la Cina” ribadendo l’auspicio di non separarsi economicamente da Pechino. Un discorso che Macron ha declinato anche in chiave europea, sottolineando quindi quella volontà di costruire delle relazioni con la Cina anche come rappresentante dei Paesi membri dell’Ue. Una sfida complessa ma potenzialmente decisiva, dal momento che il pressing europeo su Xi può essere realizzato esclusivamente sotto il profilo delle relazioni economiche, essenziali tanto al Vecchio Continente quanto alle aziende cinesi.
La difficile partita diplomatica si gioca quindi su un doppio binario: guerra e commercio. Con la speranza di Macron di trovare degli strumenti per convincere Pechino a impegnarsi di più nel fermare Mosca ma senza apparire troppo aderente all’agenda dell’amministrazione Biden. La posta in gioco è alta, ma data la pessima situazione politica interna, il palcoscenico internazionale è l’unico in cui il capo dell’Eliseo può ancora provare a guadagnare ossigeno.
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