Sia la Russia che l’Ucraina hanno in comune una posizione sulla Moldavia: accusano l’avversario nella guerra che infiamma l’Est Europa di voler trascinare nel conflitto la piccola Repubblica ex sovietica.
Chisinau da diversi giorni vede il governo della presidentessa Maia Sandu lanciare messaggi all’Occidente perché preoccupato dalle possibili mosse russe. Tra guerra ibrida, disinformazione e attacchi informatici la Moldavia sta subendo pressioni riconducibili a iniziative ibride di Mosca. Il 9 febbraio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato da Bruxelles l’allarme che dopo aver invaso l’Ucraina la Russia potrebbe aver intenzione di impadronirsi anche della piccola e vicina Moldavia tramite un colpo di Stato o un’infiltrazione. La Sandu ha confermato l’esistenza di un complotto e da allora in avanti ha alzato l’asticella dei timori contro Mosca, arrivando a chiedere assistenza politica all’Occidente.
Kiev: “Mosca vuol conquisare l’aeroporto”
L’Ucraina pressa su Chisinau perché risolva la questione della presenza russa in termini militari e politici nella Transnistria secessionista e “protetta” da Mosca, formalmente garante della pace dopo la breve ma sanguinosa guerra civile del 1992. La spina nel fianco della Transnistria è per la Moldavia una minaccia cui rischia in prospettiva di aggiungersi la sfida della Gagauzia, regione autonoma della Moldavia turanica e ortodossa e in cui i sentimenti di simpatia con Mosca sono palesi. Zelensky ha rivelato di aver confidato a Dorin Recean, premier moldavo, di essere a conoscenza di un piano russo per conquistare l’aeroporto di Chisinau e da lì muovere a consolidamento delle forze russe in Transnistria dopo che nella giornata del 22 febbraio Vladimir Putin ha annullato un decreto del 2012 che impegnava la Russia a difendere senza sconti l’integrità territoriale della Moldavia.
Mosca: “False flag ucraina contro la Transnistria”
Ma dal canto suo la Russia non manca di accusare Kiev di avvelenare i pozzi. La mossa di pressione della Russia sull’Ucraina, in tal senso, si fonda sulla prospettiva che Kiev possa organizzare un attacco false flag attribuibile ai russi in Transnistria per aver la scusa dell’intervento militare. E ha indicato nell’Ucraina la vera nazione accusata di minare l’integrità territoriale e soprattutto la neutralità costituzionale della Moldavia. Lo scenario che la Russia accusa l’Ucraina di coltivare è quello di un colpo di mano capace di far precipitare la precaria situazione di pace nella regione secessionista. “Secondo le informazioni disponibili, nel prossimo futuro, il regime di Kiev sta preparando una provocazione armata contro la Repubblica moldava di Pridnestrovian (Transnistria), che sarà effettuata da unità delle forze armate dell’Ucraina, anche con il coinvolgimento della formazione nazionalista Azov”, ha scritto mercoledì 22 febbraio su Telegram il Ministero della Difesa russo. “Il ministero della Difesa russo sta monitorando attentamente la situazione al confine dell’Ucraina con la Repubblica moldava di Pridnestrovian ed è pronto a rispondere a qualsiasi cambiamento della situazione”, ha aggiunto la nota, seccamente smentita da Chisinau. Ma in Transnistria l’allarme tra una popolazione divisa tra russi, rumenofoni e ucraini è alta: nessuno vuole la guerra e si teme che da qualsiasi parte una provocazione possa portare all’inevitabile deflagrazione.
Il nodo del deposito di Cobasna
Sott’occhio, particolarmente, il gigantesco deposito d’armi di Cobasna, che racchiude armi provenienti dall’ex Patto di Varsavia e si trova vicino al confine ucraino. Polveriera vera e propria che potrebbe portare Tiraspol a essere travolta dalla guerra qualora le mire dei due contendenti portassero alla strumentalizzazione del deposito stesso da parte dei russi, per riforrnirsi di armi, o degli ucraini, per distruggerlo e interdirne lo sfruttamento da parte di Mosca.
La prospettiva esiste ma è remota, in primo luogo, perché la guerra si deciderà, sul campo, a Est, ove è attesa una nuova massiccia offensiva russa. In relazione alla quale bisogna leggere l’infowar sulla Moldavia. Mosca vuole mettere pressione a Kiev per far sì che il maggior numero di sue truppe sia inchiodato a Ovest, ai confini della Transnistria. L’Ucraina agita lo spauracchio alla Moldavia per sensibilizzare sulla sua causa in Occidente e avvertire che Putin potrebbe non fermarsi. Mosca e Kiev, alleate trent’anni fa contro Chisinau nella guerra che di fatto la amputò della Transnistria, guardano alla Moldavia per strumentalizzarla attivamente per fini più ampi nella guerra che le vede nemiche. E il piccolo Paese ex sovietico si trova travolto dall’incertezza, vittima senza possibilità di difesa della guerra senza limiti a Est.
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