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Il (possibile) piano di Mosca per rovesciare Zelensky

Una squadra per “distruggere l’ideologia di Zelensky” e, di conseguenza, anche Volodymyr Zelensky in persona. Nell’ultima intervista rilasciata a Russia Today, Viktor Medvedchuk ha raccontato di star organizzando, al di fuori dei confini dell’Ucraina, un raggruppamento di oppositori contro le attuali politiche del governo ucraino.

Se il nome di questo personaggio non vi dice niente basterà fare una piccola ricerca per ritrovarlo, nelle cronache di un anno fa, arrestato dalle forze di Kiev, con le manette ai polsi, i capelli in disordine e con indosso una divisa mimetica. Nove mesi più tardi, tornato libero e rifugiatosi a Mosca grazie a uno scambio di prigionieri eccellenti, l’ex leader dell’opposizione filorussa ucraina torna a lanciare il guanto di sfida a Volodymyr Zelensky, annunciando che sta lavorando a un nuovo raggruppamento in rappresentanza di “un’altra Ucraina”.

Per Vladimir Putin si tratta di un assist inaspettato, o quanto meno non previsto. Dallo scorso 24 febbraio, infatti, mercenari, ceceni e militari russi hanno più volte cercato di uccidere il presidente ucraino, finito adesso anche nel mirino di Medvedchuk. Che sembrerebbe essere intenzionato ad ucciderlo quanto ad estrometterlo dalla cabina di regia di Kiev.



Cosa rischia Zelensky

“Ho passato tutti questi mesi a mettere insieme una squadra. Molte persone sono venute da Kiev, molte ora sono fuori dall’Ucraina, in Russia, in Europa e in Turchia. Sono pronte a continuare la lotta e a farsi sentire”, ha dichiarato Medvedchuk. Queste voci dell’opposizione “esistono”, ha aggiunto l’ex leader dell’opposizione filorussa ucraina, osservando che “l’unità di cui parla Zelensky è un’invenzione ed è stata costruita sulle baionette”.

“Ci sono persone che rappresentano un’altra Ucraina, un’Ucraina non banderista”, ha tuonato Medvedchuk, 69 anni, riferendosi all’eroe nazionalista anti-sovietico Stepan Bandera che durante l’invasione nazista collaborò con Hitler.

Il politico e uomo d’affari – fortuna stimata: diversi centinaia di milioni di euro – ha un legame molto stretto con Putin, che ha fatto anche da padrino di battesimo a sua figlia. Medvedchuk, già presidente della piattaforma dell’opposizione Per la Vita, messa al bando dalle autorità di Kiev lo scorso anno con altri dieci movimenti, era stato posto agli arresti domiciliari nel 2021 per sospetti di tradimento. Con lo scoppio della guerra era fuggito, ma lo scorso aprile era stato nuovamente catturato dalle autorità di Kiev. Dopo lunghe trattative, l’uomo è stato liberato insieme a 54 soldati russi in cambio di 215 ucraini, compresi oltre 100 miliziani del battaglione Azov.

Adesso Medvedchuk è pronto a vendicarsi. Ha tuttavia chiarito che la sua intenzione non è insediare un governo in esilio – perché, come altri del passato, sarebbe destinato “a rimanere in esilio” – bensì di “distruggere l’ideologia di Zelensky“. Un’ideologia, a detta dello stesso Medvedchuk, che ha dato vita a “una macchina repressiva, un regime che ha smantellato la democrazia e la legalità” e che si basa solo sulle “istruzioni di Zelensky e del suo circolo criminale”.

Il possibile piano di Medvedchuk

Le parole di Medvedchuk sono molto astratte. È tuttavia possibile fare alcune supposizioni su come potrebbe agire con il sostegno, più o meno diretto, di Mosca. Innanzitutto, attaccare politicamente Zelensky potrebbe essere solo il primo passo per mettere in difficoltà il leader ucraino di fronte al proprio elettorato, anche in relazione agli ultimi episodi di corruzione che hanno coinvolti alti funzionari del suo esecutivo.

Sulla strada di un ritorno alla vita politica di Medvedchuk resta però un ostacolo non da poco: il 10 gennaio scorso Zelensky gli ha tolto la cittadinanza ucraina e, tre giorni dopo, il Parlamento lo ha espulso insieme ad altri tre oppositori. In ogni caso, Putin potrebbe fare leva sullo stesso Medvedchuk per indebolire Kiev. In che modo? Non solo mediante attacchi politici, ma anche cercando di portare parti della popolazione ucraina contro le posizioni di Zelensky.

Non è da escludere, inoltre, che possa riemergere un piano parallelo per uccidere il presidente ucraino. Non sarebbe certo la prima volta. Per ricordare gli episodi più recenti ed eclatanti, il segretario del Consiglio nazionale di Sicurezza e difesa ucraino, Oleksiy Danilov, ha raccontato ad una radio ucraina che il leader ceceno Ramzan Kadyrov avrebbe ricevuto un piano per assassinare il presidente ucraino il 3 febbraio durante un incontro con Putin.

Lo scorso 28 febbraio, ovvero quattro giorni dopo l’inizio del conflitto, era invece emersa un’indiscrezione particolarmente preoccupante. Il quotidiano britannico The Times scriveva che oltre 400 mercenari russi del gruppo paramilitare Wagner si trovassero in Ucraina con la chiara intenzione di eliminare il presidente ucraino e alcuni dei suoi più stretti collaboratori. Nella prima settimana di guerra pare che Zelensky sia riuscito a scampare ad almeno tre tentativi di assassinio. Il team di sicurezza incaricato di proteggere il presidente sarebbe riuscito a sventare gli attacchi orchestrati da ceceni e mercenari del gruppo Wagner. Adesso i riflettori sono puntati anche sulle mosse di Medvedchuk.

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