Roma, 3 apr – Il premier Giorgia Meloni, presente all’inaugurazione dell’ultima edizione del Vinitaly a Verona, ha ricordato l’estrema importanza che ricopre il settore del vino per l’Italia, prima produttrice al mondo, il quale oltre che valere più di 30 miliardi di euro è un pezzo fondamentale dell’identità italiana, un fatto culturale che lega tradizione e appartenenza al territorio. Il presidente del Consiglio ha inoltre conversato con alcuni studenti di un istituto agrario, affermando come per lei “questo è il liceo, perché non c’è niente di più profondamente legato alla nostra cultura“, ed è una delle ragioni per cui il governo sta pensando al liceo del “Made in Italy“.
Ma in cosa consiste questo liceo del “Made in Italy”? La proposta spiccava nel programma presentato da Fratelli d’Italia in vista delle ultime elezioni, dove si presentava questo liceo con l’obbiettivo di dare qualità e prestigio al contesto lavorativo e culturale del “Marchio Italia”. Inoltre, sarebbe prevista una formazione degli studenti, anche attraverso tirocini e scambi culturali all’estero resi possibili dalle rappresentanze diplomatiche italiane, sia dal punto di vista della conoscenza della produzione italiana di alto livello sia della promozione delle attività di business orientate verso il mercato estero.
L’etichetta è inutile se il prodotto è contraffatto
Al contrario dei suoi ministri, Giorgia Meloni sembra dire cose interessanti in materia di scuola. La problematica principale riguarda la struttura del sistema scolastico costruita su tagli e privatizzazioni, nel quale vengono svolti per legge stage non retribuiti in mano a multinazionali private e sganciate dal percorso di studi. La scuola italiana si trova, per ora, agganciata solamente al metro economico, il quale non può essere il veicolo per valori identitari. Una scuola realmente alternativa a quella della sinistra non può legarsi ad istanze liberiste: il “Made in Italy” deve essere simbolo di sintesi tra studio, lavoro e nazione e non un’etichetta commerciale utile solo per turismo e guadagno.
Andrea Grieco
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