Le parole in un libro in uscita
Fabio Calcagni — 6 Gennaio 2023
Le parole al vetriolo emergono da anticipazioni di stampa che escono nella stessa giornata in cui Joseph Ratzinger, il papa emerito Benedetto XVI, riceve il funerale dal suo successore Papa Francesco, con un tempismo che desta stupore.
“Restai scioccato e senza parole”, così monsignor Georg Gänswein, il più fedele collaboratore di Ratzinger, racconta il momento in cui nel 2020 è stato ‘congedato’ da Papa Francesco da capo della Prefettura della Casa Pontificia. È lo stesso ex segretario di Ratzinger a definirsi “un prefetto dimezzato” nel libro “Nient’altro che la verità” scritto con il giornalista Saverio Gaeta (edizioni Piemme), di cui sono emerse anticipazione nella giornata di giovedì, giorno in cui si è celebrato l’addio a Ratzinger.
“Lei rimane prefetto ma da domani non torna al lavoro“, avrebbe detto il Papa, secondo quanto riferisce Gänswein nel libro. Benedetto avrebbe quindi commentato ironicamente: “Penso che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode…”. Inoltre scrisse anche al Papa per intercedere, ma nulla cambiò, racconta ancora Gänswein nel libro.
Quelle contenute nel libro sono solo le ultime dichiarazioni clamorose del fedelissimo dell’ex papa emerito nei confronti di Bergoglio. In una recente intervista alla Tagespost Francesco aveva rilasciato altre dichiarazioni ad effetto: il provvedimento con il quale papa Francesco ha ribaltato la liberalizzazione della messa in latino “credo che abbia spezzato il cuore” di Ratzinger, aveva accusato l’ex segretario di Benedetto XVI.
Dichiarazioni che spaccano ulteriormente una Chiesa già messa alla dura prova dalla ‘coesistenza’ tra due pontefici. Lo ammette a Repubblica anche il cardinale Angelo Bagnasco, per dieci anni presidente della Conferenza episcopale italiana: “Se le ha dette, vuole dire che ha ritenuto in coscienza di poterlo e di doverlo fare“, commenta Bagnasco. “Lui è testimone più vicino di Benedetto, lo ha accudito, curato, seguito con tanta dedizione e amore: non credo che ci sia nessun’altra volontà o intenzione diversa a quella di dare testimonianza“.
Parole, quelle di Gänswein, che fanno emergere ancora più nettamente come lo stesso ex segretario di Benedetto XVI era e possa essere un punto di riferimento per l’ala più conservatrice della Chiesa, in contrasto dal principio con Papa Francesco.
Lo ammette lo stesso monsignore nel libro: il problema, racconta, non è stato “tanto quello della coesistenza dei due papi, uno regnante e uno emerito, quanto la nascita e lo sviluppo di due tifoserie”.
Col tempo, aggiunge Gänswein, “ci si rese conto sempre di più che effettivamente c’erano due visioni della Chiesa” e che “queste due tifoserie” creavano una “tensione” spesso fondandosi su affermazioni o atteggiamenti di Francesco e Benedetto “talvolta con invenzioni”.
Quanto al futuro di monsignor Gänswein, “credo dipenda innanzitutto da lui e poi naturalmente dalle persone che sono deputate a queste scelte nella Curia vaticana”, ha spiegato invece giovedì il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Georg Baetzing, rispondendo alle domande dei giornalisti in un punto stampa dopo la celebrazione delle esequie del papa emerito Benedetto XVI.
Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.
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