Negli anni di governo, durante la pandemia, la Marin ha scelto una strategia politica molto cautelativa per evitare di perdere il sostegno politico-istituzionale ricevuto per la sua ascesa. Helsinki si è così ricostituita parte del fronte rigorista sul piano internazionale, senza tuttavia arrivare ai livelli di massimalismo dell‘Olanda di Mark Rutte.
La novità più importante del suo governo è stata tuttavia una svolta inizialmente imprevista: l’avvicinamento di Helsinki al pensiero strategico, l’uscita graduale dalla neutralità, l’abbraccio graduale con le strutture di potere della difesa europea e della Nato.
Nel marzo 2021 la Marin ha firmato una lettera aperta assieme a Angela Merkel e alle colleghe Kaja Kallas (Estonia) e Mette Frederiksen (Danimarca) in cui proponeva di cambiare passo sulla sovranità digitale europea, garantire alla Commissione europea un potere di coordinamento e controllo sulle dinamiche di rafforzamento dell’autonomia strategica del Vecchio Continente in materia di tecnologia.
La vera svolta si è avuta dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Fonte di preoccupazione nel Paese a partire dal primo giorno: di fronte alla pressione dell’opinione pubblica finnica, il neutralismo del governo è stato via via accantonato. E nel maggio 2022 la Marin col suo governo ha ufficializzato la svolta, presentando la domanda di Helsinki per aderire all’Alleanza Atlantica. Una svolta che sarà guidata dalla premier donna più giovane d’Europa, alla prova di maturità per costruire un futuro da statista in un contesto senza precedenti per la Finlandia.
Sanna Marin ha dovuto, assieme alla premier svedese Magdalena Andersson, superare in tal senso l’ostilità del presidente turco Recep Tayyip Erdogan verso l’adesione alla Nato di Helsinki e Stoccolma. Erdogan ha richiesto ai due Paesi nordici la fine della protezione ai membri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) custoditi sul loro territorio in asilo, essendo l’organizzazione riconosciuta come terroristica da Ankara e, di fatto, anche dalla Nato.
Alla vigilia del vertice Nato di Madrid del 29 giugno Turchia, Svezia e Finlandia hanno firmato un memorandum che ha portato Ankara a ritirare il veto sull’ingresso dei due Paesi nordici nell’Alleanza. La Marin e la Andersson si sono impegnate a riformare profondamente la legislazione e le pratiche nazionali di Svezia e Finlandia in materia di lotta al terrorismo e industria della difesa, tagliare i sostegni alle organizzazioni vicine ai nemici di Erdogan e coordinarsi con Ankara sulle questioni securitarie.
Il 5 luglio 2022 con la firma dei protocolli di accesso è iniziato il processo di ratificazione da parte degli alleati della Nato dell’allargamento a 32 Stati dell’Alleanza. “Questa è una giornata storica per la Nato, per la Svezia e per la Finlandia: insieme saremo più forti e le nostre popolazioni più sicure”, ha ricordato il segretario Nato Jens Soltenberg. La socialdemocratica amica dell’ambiente e della lotta alle disuguaglianze, Sanna Marin, è diventata la premier della svolta più importante della Finlandia dalla fine della Seconda guerra mondiale ad oggi.