Roma, 3 apr – La carriera alias è tornata alla ribalta, dopo il “rimbrotto” di FdI ad una scuola di Venezia, riportato da Tgcom24, in cui il partito di maggioranza ricorda la palese illegalità della pratica allla preside dell’istituto. La quale reagisce con frenetica e consueta “indignazione”. Cos’è la carriera alias?
La “carriera alias” è una vera e propria identità alternativa, creata per gli degli studenti transgender che vogliono sentirsi “altro” rispetto al loro sesso. Così le scuole, al liceo ma anche all’università, hanno iniziato a diffondere la pratica, ovviamente sostenuti dall’universo arcobalenato Lgbt. Anni fa una certa “Anna che si sentiva Andrea” al liceo Cavour di Roma, chiese proprio che le venisse riconosciuta la sua “carriera alias”. La preside aveva risposto negativamente ed era partita una campagna sui social network. La procedura, palesemente illegale, si è tuttavia diffusa negli ultimi anni. Ora la polemica è montata tra Fratelli d’Italia è la dirigente scolastica del “Marco Polo” di Venezia.
La legge non lo consente? Facciamo un po’ come diamine ci pare
Se la legge non lo consente, facciamo un po’ come diamine ci pare. Magari descrivendola, ovviamente successivamente, dopo anni di pratica non consentita, così: “Non c’è una legge, è scandaloso!“, e presentando il fatto compiuto. Il modus operandi della sinistra non si smentisce mai. “Creare realtà di fatto” fregandosene di ciò che è consentito oppure no, per poi lamentarsi della mancanza di regolamentazione, e trasformare la società a suo piacimento. È avvenuto con l’unione delle coppie omosessuali, sta avvenendo con le adozioni di frutti di uteri in affitto all’estero, sta avvenendo anche con la carriera alias, dove si creano identità non legali contrarie a quella originaria in un ambiente specifico, ovvero la scuola. Identità che non esistono per l’anagrafe: quanto vogliamo scommettere che nel futuro si organizzeranno manifestazioni nelle piazze per richiedere una “regolamentazione” di qualcosa che “esiste da anni!” senza menzionare il fatto che l’abbiano costruita da soli? Attendiamo fiduciosi, d’altronde la propaganda Lgbt non si ferma mai. La stessa preside del “Marco Polo” di Venezia, indignandosi contro il terribile governo oscurantista, ha dichiarato: “È inaccettabile che un partito politico entri nella vita della scuola indicando cosa deve o non deve essere inserito nel piano dell’offerta formativa, scelta che appartiene all’ambito di competenza del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto”. La domanda si ribalta facilmente: è accettabile invece che nelle scuole si crei un’ “anagrafe ad hoc“, non prevista legalmente in alcun modo, arrogandosi il diritto di scavalcare tutto? Ma sappiamo già come questa vicenda si svilupperà negli prossimi anni.
Stelio Fergola
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