La filiera agroalimentare aggregata, che è diventata la prima ricchezza dell’Italia nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi scatenata dalla guerra in Ucraina, vale ben 580 miliardi di euro. Il Made in Italy a tavola ricopre quasi un quarto del Pil nazionale e, dal campo alla tavola, vede impegnati quattro milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio e 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica. Per questo, la Coldiretti ha commentato positivamente l’apertura del tavolo dell’Agrindustria, insediato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e che vede protagonisti anche il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, le rappresentanze delle associazioni di categoria e delle parti sociali.
Coldiretti e Filiera Italia hanno avanzato delle richieste ai ministri
Non è possibile fare strategie per il settore agroalimentare «senza considerarlo nella sua interezza», evidenziano Coldiretti e Filiera Italia in un comunicato congiunto. Le due associazioni, per questo, hanno avanzato una serie di richieste che i ministri presenti si sono impegnati a mettere all’ordine del giorno dei tavoli successivi: dal contrasto alla diseguaglianza con lo strumento prioritario della riduzione del cuneo fiscale alla rimodulazione del Pnrr con spostamento di risorse a voci più richieste dal settore agroalimentare, dai contratti di filiera, alla logistica alimentare, ad altri capitoli per i quali Coldiretti e Filiera Italia hanno da sole presentato progetti oltre la stessa disponibilità complessiva dei plafond.
Fra le proposte presentate da Coldiretti e Filiera Italia c’è quella di un intervento sui costi ancora ingiustificatamente alti di materiali come vetro, cartone, banda stagnata che fanno pensare a veri e propri cartelli fra le poche multinazionali che producono tali materiali sulle quali le parti in causa chiedono che venga attivato l’intervento dell’antitrust comunitario e nazionale. «Serve poi un’applicazione rigida della legge sulle pratiche sleali commerciali e soprattutto del divieto di riconoscere meno del costo di produzione con interventi dell’autorità competente a tutela della filiera produttiva ma anche delle tante serie catene della Gdo danneggiate da chi illecitamente vende e promuove prodotti agroalimentari a metà del prezzo delle altre catene».
Le proposte di Coldiretti e Filiera Italia ai ministri per l’agroindustria
«Serve un decreto per negare gli impianti fotovoltaici»
Secondo le associazioni è necessaria una immediata emanazione da parte del Ministero dell’Ambiente del decreto sulle aree idonee per impianti fotovoltaici, per fornire alle amministrazioni regionali solidi strumenti per negare le autorizzazioni a chi vorrebbe ricoprire la terra più fertile e produttiva di pannelli fotovoltaici. Mentre va riaperta la trattativa a Bruxelles per inserire nelle deroghe dopo il 2035 accanto ai carburanti sintetici anche i biocarburanti, la cui produzione non solo non è in conflitto con la produzione agroalimentare ma anzi le completa e la valorizza in un vero modello di economia circolare ed integrata con benefici sia in termini ambientali che di remunerazione dell’agricoltore.
Ci deve essere poi il rifiuto di ogni accordo commerciale bilaterale che non preveda condizioni piene di reciprocità, tipo il Mercosur, ma sostegno alle intese di maggiore tutela delle nostre indicazioni geografiche come quella con il Giappone. Sul fronte del lavoro è necessario pianificare e formare le risorse umane indispensabili in campo agricolo e dell’industria alimentare su cui Coldiretti e Filiera Italia hanno predisposto progetti di intervento sia in Italia che nei Paesi di provenienza. Ma al contempo serve il rilancio degli strumenti di sostegno all’agricoltura 4.0 con un rafforzamento in termini di percentuali di aiuto, con anche azioni decise sulla commissione Ue per l’utilizzo delle Nbt (nuove tecniche genetiche) e della cisgenetica, uniche veri strumenti di implementazione della transizione verde. In questo contesto è importante l’esame da parte della nona Commissione del Senato del disegno di legge che consente la sperimentazione in campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita (Tea) presentato dal senatore Luca De Carlo (Fratelli d’Italia).
I commenti di Scordamaglia e Prandini
Luigi Scordamaglia, amministratore Delegato di Filiera Italia, ha dichiarato che «non poteva mancare un grande grazie al Governo per il disegno di legge sul divieto al cibo sintetico» precisando che «a chi ci accusa di oscurantismo rispondiamo che, al contrario, abbiamo in realtà acceso per primi una grande luce su un tema che 25 miliardi di investimenti da parte delle grandi aziende multinazionali produttrici hanno provato a tenere completamente al buio per far scoprire i tanti inquietanti pericoli connessi a tali prodotti solo dopo l’approvazione senza alcun dibattito pubblico». La pandemia prima e la guerra poi «hanno dimostrato che la globalizzazione spinta ha fallito e servono rimedi immediati e un rilancio degli strumenti europei e nazionali che assicurino la sovranità alimentare, riducano la dipendenza dall’estero e garantiscono un giusto prezzo degli alimenti per produttori e consumatori. C’è l’esigenza di raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa» ha poi commentato Ettore Prandini, presidente della Coldiretti.