Il caso di infezione da Dengue registrato ad Arezzo non è un caso autoctono ma importato dall’estero (Sud America) da cui proviene la donna che l’ha contratta. La donna, 38 anni, arrivata in Italia una decina di giorni fa per turismo, ha accusato febbre quando era ancora a Roma. Una volta arrivata ad Arezzo la donna, ha manifestato una eruzione cutanea: si è, quindi, rivolta al pronto soccorso del San Donato e da qui ricoverata nel reparto di Malattie Infettive dove gli esami di laboratorio hanno confermato la positività all’infezione. Ieri, domenica 2 aprile, è stata dimessa: le sue condizioni di salute sono buone.
Cosa è la dengue
L’infezione viene trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zanzara tigre. L’infezione si trasmette da uomo a uomo soltanto attraverso la puntura di una zanzara che ha punto in precedenza una persona infetta.
Come previsto dalla delibera regionale e dal piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi sarà effettuato un intervento di disinfestazione finalizzato a scongiurare il rischio di trasmissione dell’infezione. Rischio – assicura l’Ufficio Igiene della Asl Tse Area Est – piuttosto remoto visto che non siamo in piena stagione estiva e la popolazione delle zanzare adulte è ancora piuttosto limitata.
Precauzioni da seguire contro la Dengue
In vista dei prossimi caldi, raccomanda l’Ufficio Igiene Pubblica, è molto importante che ogni cittadino collabori a limitare lo sviluppo dei vettori tramite alcuni semplici accorgimenti: 1. evitare l’abbandono definitivo o temporaneo negli spazi aperti (compresi terrazzi, balconi e lastrici solari) di contenitori di qualsiasi natura e dimensione nei quali possa raccogliersi acqua piovana, ed impedire qualsiasi raccolta d’acqua stagnante anche temporanea; 2. procedere allo svuotamento dell’eventuale acqua in essi contenuta e alla loro sistemazione in modo da evitare accumuli idrici a seguito di pioggia; diversamente, procedere alla loro chiusura mediante rete zanzariera o coperchio a tenuta o allo svuotamento giornaliero, evitando di scaricare l’acqua nei tombini; 3. impedire la formazione di ristagni d’acqua su teloni plastici o qualsiasi altra superficie concava; 4. evitare di lasciare giochi e piscine gonfiabili e simili con acqua stagnante per più di 5 giorni; 5. provvedere al controllo ed alla pulizia periodica delle gronde e degli scarichi pluviali; 6. evitare ogni raccolta d’acqua in caso di annaffiatura di piante a vaso e fioriere (i sottovasi devono essere controllati e svuotati e/o lasciati asciugare almeno ogni 5 giorni); 7. pulire fontane e vasche ornamentali da eventuali ostruzioni; 8. svuotare fontane, vasche e piscine non in esercizio o procedere ad idoneo trattamento antilarvale; 9. trattare l’acqua presente in tombini, griglie di scarico, pozzetti di raccolta delle acque meteoriche presenti negli spazi di proprietà privata, ricorrendo a prodotti di sicura efficacia larvicida. In alternativa, procedere alla chiusura degli stessi tombini, griglie di scarico, pozzetti di raccolta delle acque meteoriche con rete zanzariera che deve essere opportunamente mantenuta in condizioni di integrità e libera da foglie e detriti onde consentire il deflusso delle acque; 10. tenere sgombri i cortili e le aree aperte da erbacce, sterpi e rifiuti di ogni genere, e sistemarli in modo da evitare il ristagno delle acque meteoriche o di qualsiasi altra provenienza; 11. provvedere nei cortili e nei terreni scoperti dei centri abitati, e nelle aree ad essi confinanti incolte, improduttive e/o inutilizzate, al regolare sfalcio della vegetazione, con cadenza congrua in ragione dello sviluppo vegetativo.