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La scuola secondo Valditara, stipendi differenziati su base regionale: il ministro rispolvera le “gabbie salariali” – Il Riformista

Sindacati e presidi divisi

Carmine Di Niro — 26 Gennaio 2023

La scuola secondo Valditara, stipendi differenziati su base regionale: il ministro rispolvera le “gabbie salariali”

Il modello di scuola di Giuseppe Valditara, neo ministro dell’Istruzione, spacca sindacati e presidi. Le proposte del ministro, non nuovo ad innescare polemiche come quelle sui lavori socialmente utili per i ragazzi violenti o sul riscatto che nasce “dall’umiliazione”, provoca un nuovo terremoto politico, e non solo, con le sue ultime dichiarazioni.

Per il ministro infatti la scuola pubblica “ha bisogno di nuove forme di finanziamento, anche per coprire gli stipendi dei professori che potrebbero subire una differenziazione regionale. E per trovarle, si potrebbe aprire ai finanziamenti privati”.

Valditara dunque lega il tema della scuola a quello dell’autonomia differenziata, cavallo di battaglia della Lega di Matteo Salvini che però trova gli alleati di Fratelli d’Italia molto più tiepidi.

In sintesi il discorso del ministro può essere riassunto come una richiesta di stipendi più alti per i docenti che insegnano nel Nord Italia, dove il costo della vita è più alto.

Di fatto il ritorno alle “gabbie salariali”, che i sindacati bocciano su tutta la linea. “Credo che tornare a una differenziazione di gabbie salariali come cinquant’anni fa sia una follia, il nostro Paese è già abbastanza diviso e non ha bisogno di aumentare le divisioni”, dice infatti il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini, che boccia il ‘piano’ Valditara. Per il leader del più importante sindacato italiano il ministro “anziché fare dichiarazioni che ci portano indietro di cinquant’anni, dovrebbe porsi il problema di come affrontare la situazione”.

Sonora bocciatura arriva anche dalla Cisl Scuola, con la con la segretaria Ivana Barbacci che spiega: “Va fatto salvo il contratto nazionale ma già oggi le Regioni possono assegnare alle scuole risorse per il personale. Noi siamo drasticamente contrari all’autonomia differenziata: il contratto nazionale e il sistema di istruzione devono rimanere nazionali, ma le Regioni, già oggi a normativa invariata, possono sostenere le scuole in particolari progetti, fornendo incentivi in termini di personale e di progetti a sostegno dell’offerta formativa”.

Di diverso avviso sono invece i presidi, che apprezzano la proposta di Valditara sugli stipendi differenziati. Per Mario Rusconi, a capo dei presidi di Associazione nazionale presidi di Roma, quella di Valdita “è una misura abbastanza sensata”. Quanto all’ingresso dei privati nella scuola, “già questo avviene, soprattutto alle superiori e alle tecniche professionali. Bisogna vedere le condizioni in cui il privato entra, ma le scuole hanno bisogno di fondi, le risorse a disposizione degli enti locali non sono molte. E le scuole dovrebbero avere lo statuto di Fondazioni per avere celerità nello svolgimento dei lavori e risparmio nei costi”.

Parla di “scuola delle diseguaglianze” invece il Movimento 5 Stelle. Per i grillini infatti “garantire stipendi più alti al Nord perché il costo della vita è più alto non ha nulla a che vedere con il merito, né tiene conto degli sforzi enormi che molti docenti mettono in campo in contesti disagiati, dove la scuola rappresenta il principale presidio democratico”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia

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