di Redazione Area C · 14 Gennaio 2023
Una lunga vita dedicata agli altri, senza remore o indugi, ma con la gioia nel cuore di chi sa solo dare. Giovedì 12 gennaio, presso la Casa Don Luigi Maran a Taggi di Sotto, piccola frazione di Villafranca Padovana, si è spenta Aderita Guidolin, suor Rita per tutti, che con i suoi 109 anni era la religiosa più anziana d’Italia. Nata aGalliera Veneta, in provincia di Padova, il 23 novembre del 1913, prende i voti a 21 anni entrando a far parte delle suore Terziane Francescane Elisabettine, un ordine a cui sarà sempre fedele e che la orienterà nei tanti viaggi e missioni che riempiranno la sua esistenza. Primogenita e ultima in vita di una famiglia numerosa di sei figli, suor Rita dopo i voti del 1934 svolge per più di vent’anni il ruolo di cuoca e aiuto dopo scuola in un asilo di Borgoricco, sempre nel Padovano. L’impegno missionario inizia nel 1955 in Egitto, dove impara l’arabo e si dedica alla scuola di taglio e cucito nella comunità di Maghagha, poi si sposta in Libia negli anni Sessanta. Torna in Italia per alcuni problemi di salute e ci resta, dando il suo apporto come cuoca o aiutando nel dopo scuola in varie città italiane. Nel 1996, a 83 anni, giunge il momento di riposare, ma la fine della sua vita attiva non la rallenta affatto, anzi. La sua energia fluisce tra le consorelle dell’ordine elisabettino per portare avanti nuovi progetti nelle case famiglie di Padova e Monselice. «Ha condotto un’esistenza umile, semplice ed operosa al servizio della comunità religiosa e sociale anche all’estero, è stato un esempio di generosità per le generazioni future», la ricorda su Facebook l’amministrazione comunale di Galliera Veneta. «Ogni giorno prego il Signore perché ci aiuti a debellare questo virus», aveva detto suor Rita, che di epidemie ne aveva vissute tre: da bambina quella della Spagnola nel 1918, la Sars del 2004 e quella dei giorni nostri di Covid-19. «È bene che le persone si vaccinino, perché non ci si rende conto della gravità di certe situazioni ed eventi che capitano nella vita – affermava nei giorni della campagna vaccinale – Io prego tutti i giorni perché tutto questo finisca. Ormai non posso più vedere i miei parenti, che mi regalavano allegria, e tante persone sono in balia di questa malattia così tremenda». Suor Rita era legatissima alla famiglia, ma soprattutto la sua esistenza era scandita dalle preghiere e dall’amore per gli altri. «Sono una piccola matita nelle mani di Dio, nient’altro», amava dire Madre Teresa di Calcutta. E lo è stata anche suor Rita, come tutte quelle anime intense capace di donare tutte sé stesse agli altri. corriere.it