Roma, 24 feb – Che hanno scolpito ed eretto a fare, a Napoil, la statua dedicata a Maradona? La domanda campeggia ormai da mesi, ma dopo le ultime vicende diventa ineludibile. Quella che era un’ottima iniziativa, rappresentativa della storia sportiva della città, finisce nel nulla. Come gran parte delle ottime iniziative in questa triste Italia attuale.

Statua di Maradona, eretta e sprofondata: perché?

La statua dedicata a Diego Armando Maradona, opera dello scultore Domenico Sepe, venne esposta circa un anno dopo la sua morte, il 25 novembre 2021, di fronte all’ex Stadio San Paolo (ora intitolato al Pibe) per una sola giornata. Poi la scomparsa. A quanto pare definitiva, dopo le ultime vicissitudini. E dopo il solito monte di permessi che allora non arrivarono e che non sono mai giunti fino ad oggi, con un’inchiesta giudiziaria a complicare ulteriormente le cose. Dopo un 2022 di silenzi assoluti arriva la comunicazione ufficiale del Comune di Napoli: la statua costa troppo, va restituita al donatore. Da Casalnuovo, intanto, il sindaco locale Massimo Pelliccia afferma perentoriamente, dopo aver annunciato di voler contattare personalmente lo scultore: “Se Napoli non la vuole la compriamo noi”. Ma la sensazione di tristezza che comunica questa vicenda resta impagabile.

La paralisi di un mondo che non riconosce i suoi simboli

Sgombriamo il campo da qualsiasi retorica: non c’è niente di assurdo nel fatto che una città come Napoli eriga una statua ad un suo simbolo sportivo che, peraltro, è stato anche tale per il mondo intero, vista l’impronta pazzesca lasciata sul campo di gioco ma anche nell’immaginario collettivo. Che Maradona faccia parte della storia di Napoli perfino oltre il calcio è oltremodo stupido e banale da sottolineare, ma si è costretti perché qualcuno – spesso – non ragiona per concretezza ma per slogan. Lo capirebbe e lo comprenderebbe anche qualsiasi tifoso non azzurro dotato di vivacità intellettuale. È proprio questo aspetto che rende ancora più triste l’esito di un’iniziativa – quella della statua eretta in onore del Pibe – che era ben poco criticabile. Senza conferirle chissà quale valore esasperato, si trattava di un buon modo per valorizzare la storia calcistica del club, specialmente in una stagione come questa in cui il rischio che possa vincere lo scudetto (e non solo) è così concreto. Eppure, niente da fare. L’Italia attuale, specialmente in certe circostanze, dimostra la sua depressione e la poca voglia di vivere, pur in aspetti “secondari” che però spiegano molto anche delle paralisi su quelli più importanti.

Stelio Fergola

Ti è piaciuto l’articolo?
Ogni riga che scriviamo è frutto dell’impegno e della passione di una testata che non ha né padrini né padroni.
Il Primato Nazionale è infatti una voce libera e indipendente. Ma libertà e indipendenza hanno un costo.
Aiutaci a proseguire il nostro lavoro attraverso un abbonamento o una donazione.