La situazione pandemica non accenna a diminuire la sua morsa sull’Italia, che si affida alla campagna di vaccinazione come unico strumento per una ripresa della vita com’era pre-covid. Cene fuori con gli amici, gesti di quotidiana convivialità e – perché no? – “innocenti evasioni” nel weekend. Tra cui han preso piede quelle alla scoperta del vasto mondo vinicolo italiano, con visita della cantina scelta e degustazione. Quando la situazione lo permetterà e l’enoturismo potrà tornare a raccogliere consensi, come è stato nel 2019, tappa immancabile dovrà essere Rocca di Frassinello, in Toscana.
La vista sui vigneti dalla terrazza di Rocca di Frassinello
Rocca di Frassinello, in foresteria con vista: 85 ettari vitati
Già la strada per arrivarci è un’esperienza. Isolati dalle grandi città come dai borghi della Regione del vino, si attraversano strade sterrate in mezzo alla campagna per vedere, in lontananza, al centro di una vallata circondata da colline e vigneti, la Rocca di Frassinello. Stiamo parlando di un territorio di 500 ettari per la maggior parte boschivi, di cui 85 vitati. 20 ettari di Sangiovese, poi Cabernet Sauvignon e Merlot per i rossi, ma anche il Syrah. Vermentino principe dei bianchi. Uve che crescono da un terreno tra ferro, sassi e argilla calcarea, elementi fondamentali per dare una maggior mineralità ai vini della cantina che porta la firma di Castellare.
I vini di Rocca di Frassinello, a cominciare dal Baffonero, Merlot in purezza
Mentre ci accomodiamo nella splendida foresteria, legata alla cantina e messa a disposizione degli ospiti che desiderano soggiornare qui, scopriamo com’è nato il progetto Rocca: replicare il modello di eccellenza di Castellare di Castellina, ma in un nuovo territorio, il centro della Maremma, compreso fra Bolgheri e Scansano, dove i terreni richiamano le caratteristiche del Chianti e di Montalcino – seppur con qualche differenza, come la temperatura più alta che consente una maturazione delle uve anticipata.
La mano di Renzo Piano
Una sorta di cubo color ramato, la cantina secondo Renzo Piano
Camminando tra i corridoi, circondati dalle immense vetrate della cantina, riconosciamo (come avevamo fatto da lontano e come inevitabilmente si fa nel dettagliato ed interessante tour proposto dall’azienda) l’impronta di Renzo Piano. È suo il progetto. Un progetto rivoluzionario. Prima di tutto, Piano ha solo una cantina nel suo “portfolio”, ed è questa. Pioniere, ha realizzato uno sviluppo della stessa non orizzontale, com’è tipico delle cantine del passato (non quelle più recenti, insomma), ma verticale:«Le uve – ci raccontano – vengono portate in cantina e qui selezionate a mano, solo le migliori vanno in dispensa. Il loro viaggio è verso il basso, trasportate dalla gravità». Una sorta di cubo color ramato, dove le uve fanno il loro percorso dall’alto al basso, fino ad arrivare sottoterra, al centro della cantina, dove in barricaia la temperatura e l’umidità vengono mantenute stabili tutto l’anno.
Non ci sono ristoranti interni alla cantina, ma lo staff è pronto a consigliarvi gli agriturismi più tipici nelle vicinanze. Ci si riposa, per chi arriva nel tardo pomeriggio, coccolati dal rumore del vento che passa tra vigneti e uliveti nei pressi fino a bussare contro la porta finestra della magnifica stanza, ampia, moderna, decorata tra bottiglie in edizione limitata e libri informativi sul vino.
Il tour in cantina
La mattina comincia il nostro tour in cantina (che per ora può essere un buono spunto “virtuale” per gli enoturisti bloccati a casa). Prima una colazione abbondante in una saletta al piano terra, ammirando vini e territori sotto la firma Castellare: dall’intramontabile I Sodi di San Niccolò, passando per Rocca di Frassinello, Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare. Poi, pronti a cominciare.
La barricaia
Sulla terrazza in cotto, con vista a 360 gradi sulle colline maremmane, giù per le scale, facendo lo stesso percorso che internamente fanno le uve – dirette in cantina subito dopo la raccolta – fino alla barricaia scavata nella roccia. Siamo di fronte ad un vero e proprio teatro (non per altro qui si svolgono anche spettacoli, senza “disturbare” il vino a riposo). Oltre 2mila barriques disposte in maniera ordinata rendono la cantina uno spettacolo per gli occhi dei fortunati wine lovers che hanno scelto Frassinello tra le loro tappe. Si passa nella Tinaia e nei locali vicini, a studiare i metodi di lavorazione e conservazione del vino prima del passaggio in bottiglia.
La vinificazione in acciaio
Qui l’acciaio la fa ancora da padrone, con ogni vitigno separato in autoclavi dagli altri. È l’enologo Alessandro Cellai che assaggia ogni vitigno anno dopo anno e sceglie il blend ideale. Gioca la sua parte il sempre più rilevante cemento (com’è riscoperto uso moderno in molte cantine, poiché grazie alla sua porosità fa sì che il vino riceva un piccolo apporto di ossigeno), qui passano tutti i rossi in fase di pre-imbottigliamento. La vinificazione in cemento, ad esempio, interessa anche il vino d’eccezione della tenuta, il Baffonero, 100% Merlot Doc Maremma Toscana, le cui uve vengono selezionate in soli 2 ettari e mezzo.
L’uovo di cemento, per la fase pre-imbottigliamento del Baffonero
In degustazione
Interessante, coinvolgente, ma soprattutto in grado di mettere una gran voglia di degustare il risultato di un lavoro così attento e curato, la visita si conclude con la degustazione al piano più alto.
Vermentino Maremma Toscana Doc 2019 Rocca di Frassinello
Iniziamo dal Vermentino 2019, Maremma Toscana Doc. Un’avvolgente intensità, delicatezza ed eleganza al naso, un palato che sacrifica in parte quella delicatezza ma spinge su sapidità e freschezza. Finale persistente.
Il Poggio alla Guardia del 2017 non fa legno, solo acciaio e cemento. Le uve scelte sono quelle più giovani della tenuta: 40% Sangiovese, con aggiunta di Cabernet Sauvignon, Syrah e Merlot. Un bordolese vinoso, con un tannino accennato e una buona freschezza.
Poggio alla Guardia 2017, Sughere di Frassinello 2016, Rocca di Frassinello 2015
Equilibrato il Sughere di Frassinello del 2016. Sangiovese al 50% con 25% di Carbernet Sauvignon e 25% di Merlot (una tolleranza del 5-10% a seconda dell’annata), è ruvido al naso, adatto all’invecchiamento. Sicuramente un buon equilibrio tra durezze e morbidezze e una buona armonia.
Ottimi risultati per il Rocca di Frassinello 2015, le cui uve sono state selezionate dalle vigne più vecchie e la resa per ettaro è molto bassa. Fa 24 mesi di affinamento. Al naso emergono molti terziari, vivaci le spezie. C’è comunque acidità, il vino può durare ancora. Buono il tannino. Morbido e caldo.
Le esperienze: dalle passeggiate tra i vigneti al Museo Etrusco
Insomma, Rocca di Frassinello si dimostra davvero un’esperienza must to have per gli amanti dell’universo vitivinicolo italiano. Esperienza che esce dal mondo del vino spingendosi, volendo, anche nella natura, con la passeggiata tra i vigneti e il light lunch tra i filari. Esperienza che, volendo ancora, sconfina non solo nello spazio ma anche nel tempo e riporta i curiosi visitatori indietro di centinaia di anni. Viene conservato infatti all’interno della cantina un Museo Etrusco, nel quale sono raccolti i reperti ritrovati nelle tombe della non distante Necropoli di San Germano (all’interno, appunto, della tenuta). La mostra, seppur ristretta, è ricca di informazioni che legando usi e costumi del mondo etrusco all’universo del vino.
Il Museo Etrusco
Non per altro proprio qui si trovano gli strumenti utilizzati dal popolo d’epoca pre-romana per la realizzazione del “vino conciato”, ai tempi bevanda medicinale creata per stimolare l’appetito, calda, a base di vino con l’aggiunta di svariate spezie (e a volte anche formaggi, in una 2ª fermentazione per rendere il vino più dolce). Qualcosa che per noi, oggigiorno, ha un gusto quasi “inaccettabile”, ma che incuriosisce, diverte e permette di conoscere la storia che ci sta dietro.
Rocca di Frassinello è, a conclusione, non solo ottimo vino toscano, non solo architettura straordinaria, ma anche e soprattutto accoglienza. Un vero esempio di enoturismo in Italia.
L’ampia sala degustazione
P.S. Il Baffonero, la leggenda
Vicino alla vigna dove vengono raccolte le uve Baffonero, viveva un cacciatore in un capanno. Baffonero era il suo soprannome. Il capanno era il punto di ritrovo per andare a caccia.
Per informazioni: www.castellare.it/rocca-di-frassinello
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Rocca di Frassinello, un tour virtuale della cantina toscana fra grandi vini rossi minerali, accoglienza e architettura – Italia a Tavola