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Regionali, una tranvata che si chiama desiderio – Roberto Ezio Pozzo

Non prendiamoci in giro. Qualsiasi complessa analisi ci vogliano propinare, la situazione è la seguente: ormai, i risultati delle elezioni regionali sono esattamente sovrapponibili a quelli delle consultazioni politiche.

Sfinimento e rassegnazione

Intanto, perché gli elettori (ormai sfiniti ed ansanti) non hanno la benché minima voglia di perdere altro tempo con valutazioni complesse e distinguo: alle regionali si vota uno schieramento per cambiare l’andazzo generale oppure, se si vota per quello opposto, per evitare che vada al potere chi sta sulle balle.

Tra queste due posizioni troviamo l’astensionismo, unico vero marcatore dello sfinimento e della rassegnazione di chi si rende conto di non poterci fare nulla, pensando che le cose rimangano esattamente uguali a prima.

Alibi

Ascoltando e leggendo le dichiarazioni a caldo degli esponenti del centrosinistra, sono tutte accomunate da questi concetti di base: (1) sconfitta netta, ma non è vittoria del centrodestra; (2) differenza tra risultati delle politiche e quelli delle regionali; (3) l’unico vincitore è l’astensionismo; (4) una campagna elettorale fatta in fretta da poveretti volenterosi che nulla hanno potuto contro i miliardi dei paperoni del centrodestra; (5) comunque sia andata, la Lega e Berlusconi continuano a calare (con annessi riferimenti e tabelle a confronto dal 1802 ad oggi), per cui abbiamo vinto nettamente.

Ironia a parte, il fatto che le due regioni italiane più importanti siano andate al vaglio elettorale nello stesso momento, la dice abbastanza lunga.

Qualcosa sta cambiando

Ho la netta impressione che, per capire le ragioni di una colossale e addirittura sottostimata tranvata, quelli che, non paghi di doversi accontentare di avere stravinto a Sanremo, proprio non vogliono capire che qualcosa sta davvero cambiando dopo il 25 settembre dello scorso anno, devono fare una passeggiata nelle stazioni ferroviarie (e non solo) di Roma e Milano.

Nessun Paese civile a questo mondo può ulteriormente tollerare tanta inciviltà e tanto pericolo. Questo, soprattutto questo, chiede la gente ed ha talmente ragione da non permettere alcuna via di mezzo o altre perdite di tempo. Fatto quello, si farà anche il resto.

Il banco di prova

Proprio tale programma, urgente ed indifferibile, sarà il vero banco di prova per l’attuale governo. Terzo Polo, fughe della Moratti da una parte all’altra, 5 Stelle al tracollo, stanno nelle “varie ed eventuali”, come nelle assemblee di condominio, e non c’entrano un fico secco.

La tranvata delle sinistre è stata robustissima, inevitabile quanto prevedibile. Attenzione, però: chi governerà dopo di loro non dimentichi che lombardi e laziali hanno ora un grande “desiderio”: che il governo (centrale o regionale) batta un colpo e ci dimostri se lo stato di diritto esiste ancora.

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