Roma, 1 mar – Parliamoci chiaro, il ministro Matteo Piantedosi non sta facendo una bella figura. Si contraddice, non pondera le dichiarazioni, non entra nel merito delle questioni che dovrebbe affrontare con polso e convinzione. Si presta di conseguenza ai sin troppo scontati attacchi di una sinistra galvanizzata, per ora, dall’elezione di Elly Schlein. Lo diciamo a prescindere dal terribile naufragio in Calabria, sul quale i punti oscuri sono ancora molti. Eppure adesso Piantedosi sta vacillando in particolare su quello.

Così Piantedosi si presta alle accuse dell’opposizione

Se la tragedia si fosse verificata per una debolezza del mio ministero mi assumerò le mie responsabilità”, ha detto oggi il ministro dell’Interno in audizione in Commissione Affari Costituzionali alla Camera sulle linee programmatiche, rispondendo proprio sul naufragio di domenica. Vaghezza sconcertante e rischio boomerang clamoroso. “Ognuno di noi deve avere la postura giusta, il governo, però, con i fatti ha dimostrato qual è la considerazione che ha sul tema della disperazione che genera la migrazione”, ha precisato, tra le altre cose, Piantedosi. ‘‘Lasciamo fare alla magistratura, non significa buttare la palla in calcio d’angolo, ma dare valore a quella che sarà la sede più giusta per individuare responsabilità, se ce ne fossero”, ha inoltre aggiunto il ministro.

La debolezza che mette a rischio il governo

Una debolezza manifesta nel difendere il proprio operato e più in generale quello del governo, che spalanca facilmente le porte al j’accuse della sinistra. Prova ne sia la carta giocata subito dalla Schlein: “Attendiamo fiduciosi delle indagini della magistratura, ma dal punto di vista politico mi unisco alle voce dei colleghi che mi hanno preceduto e che suggeriscono le sue dimissioni e dalla presidente Giorgia Meloni una profonda riflessione, anche sul ministro Salvini e sul ministro Giorgetti”. Per poi aggiungere: “Le parle di Piantedosi sono apparse a tutta Italia indegne, disumane e inadeguate al ruolo ricoperto”. Ora, a prescindere dall’inevitabile tentativo di incalzare il governo e dalla solita arroganza della sinistra nel pretendere di parlare a nome di “tutta Italia”, se l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni non mantiene ora la giusta fermezza e non fa quadrato, si pone in una posizione di vulnerabilità palese. Innescando cioè un possibile effetto domino, dettato dall’aver regalato all’opposizione un precedente pericoloso. Non prestare il fianco a chi, con tutta evidenza, sta giocando sporco strumentalizzando una tragedia.

Alessandro Della Guglia

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