Roma, 2 feb – Lufthansa acquisterà una bella fetta di Ita, come ormai pare inevitabile. Non solo: la acquista anche per “pochi spiccioli”. La compagnia di bandiera italiana, o ciò che ne resta, viene così svenduta allo straniero.

Lufhansa, la tragedia si consumerà tra qualche mese: acquisto del 40% di Ita

Secondo quanto riporta l’Ansa, nel Memorandum che hanno firmato il Tesoro e la compagnia tedesca si afferma che Lufhansa acquisterà una quota di Ita “compresa in una forchetta tra il 20 e il 40%“, ma che alla fine il gruppo “comprerà il 40%”. Per quanto? Pochi spiccioli (relativamente parlando, si intende), visto che si parla di “un esborso tra i 250 e i 300 milioni di euro“. Per poche centinaia di milioni l’Italia, insomma, si priva della sua compagnia di bandiera, pur non cedendone la maggioranza (ma sarà soltanto l’inizio, c’è da scommetterci con malinconia e tristezza). Da parte dell’Ue – figuriamoci – ci sarà il pieno assenso all’operazione. Altre fonti rivelano che “la Commissione europea non si trova in una posizione facile. Loro hanno chiesto al governo italiano di vendere Ita, il governo italiano sta facendo esattamente quello che hanno detto e ora non potranno dire: ‘non potete venderla più”. Ci sarà, per l’appunto, “il via libera dalla Commissione”.

“Potrebbe tornare il marchio Alitalia”: dovrebbe essere una consolazione?

Voci vicine alla compagnia affermano che “è stata una decisione saggia comprare il marchio Alitalia” da parte di Ita, aggiungendo che “forse nel lungo termine, fra 5-10 anni, qualcuno vedendo che Ita è diventata redditizia e cresce, potrebbe pensare a rispolverare il vecchio brand Alitalia”, facendo così tornare il marchio della compagnia di bandiera. Senza che la compagnia di bandiera esista più, ma questi sono dettagli trascurabili, a quanto pare. L’Italia si prepara a privarsi in modo pressoché definitivo di un settore enormemente strategico e a consegnarlo agli stranieri. Proseguendo in quella strada mortifera di denindustrializzazione e depotenziamento sociale, economico e politico intrapresa ormai diversi decenni fa. Un filo di speranza risiede nel fatto che, per lo meno, non dovrebbe essere ceduto il pacchetto di maggioranza dell’azienda. Ma considerando la tendenza degli ultimi anni, la sensazione è che sarà solo un primo passo cui ne seguiranno altri ancora più “definitivi”.

Alberto Celletti

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