Milano, 24 feb – Le ultime primarie del Partito democratico hanno evidenziato in maniera ancora più eclatante il declino di un partito che, erede della tradizione del Pci, si è sempre fregiato (a cattiva ragione) di rappresentare le classi popolari e le periferie. Ora il Pd, dopo anni di servizio a banchieri e multinazionali, raccoglie il giusto raccolto: crollo di 37.571 iscritti votanti, circa il 20% in meno rispetto alle primarie del 2019. In circa cinque anni il partito di Via del Nazareno ha perso oltre 115mila iscritti a livello nazionale.

La Milano inclusiva del Pd

Milano, roccaforte del Pd a tinte arcobaleno guidato dal sindaco Beppe Sala, sono gli stessi ex iscritti delle zone di periferia, le più segnate dall’immigrazione selvaggia, a sottolineare il disastro dem: “Non vengono a chiedere niente, non si fanno vedere”, e ancora, “non si è parlato dei temi del quartiere che sembrano essere estranei alla discussione”. Questo ciò che emerge nel quartiere di San Siro, una delle maggiori zone con alloggi popolari che negli ultimi anni ha subito le pesanti conseguenze del modello d’accoglienza milanese, trasformandosi in territorio di conquista per gruppi organizzati di stranieri (soprattutto nordafricani) che hanno aperto la strada al degrado e alla criminalità.Nella sezione Pd di via Monreale sono andati a votare alla prima fase “soltanto in 35 su una novantina di iscritti”, così racconta un vecchio tesserato.

Degrado e insicurezza

Proprio nel capoluogo meneghino, l’amministrazione Pd ha abbandonato le periferie lasciandole in pasto all’immigrazione, le case popolari hanno iniziato a cadere a pezzi e i loro abitanti sono stati abbandonati a loro stessi mentre il sindaco Sala si fa fotografare con i calzini arcobaleno. Criminalità, degrado, insicurezza per le città e occhiolino ai grandi privati: questo il corso del Partito democratico intrapreso per gli italiani.

Andrea Grieco

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