Donald Trump è stato rinviato a giudizio, dal Gran Giurì di Manhattan, per il caso dei presunti pagamenti alla pornostar Stormy Daniels.
di Chiara Nava Pubblicato il
Donald Trump è stato incriminato dal Gran Giurì di Manhattan per il pagamento della pornostar Stormy Daniels. Ecco cosa accadrà ora.
Donald Trump incriminato: cosa succede ora
Donald Trump è stato incriminato dalla procura di Manhattan per il pagamento in nero della pornostar Stormy Daniels. Si tratta di 130.000 dollari versati dall’ex presidente degli Stati Uniti per comprare il silenzio della donna su una loro breve relazione sessuale avuta nel 2016 in piena campagna per l’elezione alla Casa Bianca. La decisione è stata presa dal Gran Giurì il 30 marzo quando sembrava che dovesse essere rimandata dopo l’annuncio choc dei giorni scorsi, quando Trump ha rivelato che sarebbe stato arrestato chiedendo ai suoi sostenitori di mobilitarsi in sua difesa.
Donald Trump è il primo ex presidente ad essere incriminato nella storia americana. “Questa è la persecuzione politica e l’interferenza elettorale al livello più alto della storia” ha dichiarato. Secondo alcune fonti, sul suo conto ci sono oltre 30 capi di imputazione per frode aziendale. “Hanno portato questa accusa falsa, corrotta e vergognosa contro di me solo perché sto con il popolo americano e sanno che non posso avere un processo giusto a New York” ha attaccato sul suo social Truth Trump. Secondo la procedura dovrebbe essere arrestato. Susan R. Necheles, uno dei suoi legali, ha spiegato che potrebbe consegnarsi alle autorità martedì per ricevere la formalizzazione delle accuse a suo carico. Per il momento non è chiaro se si tratterà di un arresto pubblico, se verrà mostrato in manette, o se verrà foto segnalato e gli saranno prese le impronte digitali.
La decisione avrà un peso enorme
La decisione del Gran Giurì avrà un peso davvero enorme, senza precedenti nella storia politica USA, perché arriva con la corsa per la Casa Bianca del 2024. Donald Trump si è ricandidato e sta lottando per ottenere le nomination di parte repubblicana, per provare a prendere il posto di Joe Biden. L’incriminazione e un possibile arresto non gli impediranno di ricandidarsi. Questo è ciò che prevede la Costituzione nella quale non è contemplato che la fedina penale sua uno dei parametri per impedire l’attività politica di una persona. Il voto sull’incriminazione è stato una sorpresa. Trump si trova a Mar-a-Lago da dove sta valutando insieme allo staff le sue prossime mosse. Vuole combattere, come ha fatto intendere. “I democratici vogliono incriminare e arrestare il presidente Trump. Vogliono una guerra? Diamogliela” è l’editoriale di un columnist di destra che ha retwittato l’ex presidente.
La polizia è in allerta per eventuali manifestazioni di protesta che potrebbero accompagnare il momento dell’arresto. L’invito alla mobilitazione lanciato quando il Tycoon aveva rivelato l’avvicinarsi della data per l’incriminazione, simile a quello di Capitol Hill, pesa e fa aumentare il timore. Per quella vic onda l’ex presidente è ancora sotto indagine e potrebbe ottenere una nuova incriminazione. C’è anche l’inchiesta nella quale è accusato di aver mentito aumentando il valore delle sue proprietà e attività imprenditoriali di diversi miliardi di dollari per chiedere a banche e assicurazioni indennizzi da 250 milioni.