Roma, 18 feb – Sempre più persone si ritrovano senza medici di famiglia, sono più di due milioni gli italiani che al momento si trovano in mancanza del primo servizio di medicina di base. Le cause di questo disagio sono molteplici: pensionamenti, dimissioni, bandi dei corsi di formazione in ritardo. La carenza strutturale dei medici di base, ormai sempre più introvabili, è la conseguenza di una programmazione errata fin dal principio e che non tiene per nulla conto del benessere dei cittadini.

Pochi i medici che escono dalle Università

La problematica parte dalla programmazione, ovvero dalle Università e Facoltà di Medicina, le quali hanno gli accessi bloccati e ritenuti sottostimati. Sul tema si è espresso il ministro dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, annunciando così un intervento mirato all’aumento e ampliamento dei posti: “Si deciderà di ampliare il margine di ingresso a Medicina. Sarà allargato non solo il margine di ingresso ma anche il collo di bottiglia delle specializzazioni. È stato previsto, ha inoltre reso noto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, “un primo aumento per le iscrizioni alle Facoltà di Medicina di circa 600 unità”.

Sanità e logiche di mercato

Intanto l’emergenza dei medici di base dilaga. La pubblicazione del bando di concorso per la Medicina generale, prevista secondo legge entro il 28 febbraio dello stesso anno, a causa di continui posticipi è arrivata ad un ritardo di oltre un anno. Al di là delle mille voci che si sono alzate dai palazzi della politica per porre rimedio a questa situazione asfissiante, è la concezione stessa della medicina e del servizio sanitario pubblico ad essere inquinata dalle logiche di mercato. I continui tagli sulla spesa pubblica perpetuati negli anni hanno portato alle problematiche odierne, finché non verrà estirpata la piaga del “dio denaro” tutte le soluzioni saranno solamente boccate d’aria passeggere.

Andrea Grieco

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