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Appalti, denunciata la società scelta dall'Asl Napoli 1 per la pulizia degli ospedali – Il Riformista

Sindacati in campo contro le minacce ai lavoratori

Francesca Sabella — 20 Febbraio 2023

Appalti, denunciata la società scelta dall’Asl Napoli 1 per la pulizia degli ospedali

“Condotta antisindacale, azioni discriminatorie nei confronti dei lavoratori, minacce e atti tesi a creare un clima di tensione e sottomissione. È per questo che la Epm è stata denunciata e verrà portata in Tribunale dal sindacato Usb lavoro privato e dovrà rispondere del suo comportamento” annuncia il sindacalista Adolfo Vallini. La Epm è la società incaricata, tramite una gara d’appalto discutibile e che doveva essere parzialmente rifatta, della gestione dei servizi di pulizia e sanificazione degli ospedali che fanno capo all’Asl Napoli 1 guidata dal manager Ciro Verdoliva, che sulla vicenda non dice nulla. La stessa che, dopo aver ricevuto l’incarico, ha fatto sapere a più di 700 lavoratori che entrava in vigore un contratto di solidarietà. Meno lavoro, riduzione dello stipendio, servizio di pulizia degli ospedali più scadente. Potevano farlo? Pare proprio di no. Perché se è vero che la società incaricata adotta comportamenti assolutamente da stigmatizzare, è altrettanto vero che l’Asl Napoli 1 che gli ha affidato l’appalto non controlla, non interviene. Eppure, più volte è stata sottoposta all’attenzione del manager Verdoliva, così come a quella del presidente della Regione Vincenzo De Luca, la situazione di grave violazione della legge da parte di società e Asl stessa. Perché chi dovrebbe controllare, non controlla.

Alzano la voce solo i sindacati conflittuali e alcuni lavoratori, salvo essere subito rimessi in riga dai responsabili della Epm che, complice il silenzio dell’Asl, inviano provvedimenti disciplinari chiaramente intimidatori. “I lavoratori iscritti al nostro sindacato, o che svolgono un ruolo da delegati dello stesso – spiega il sindacalista Adolfo Vallini – che hanno chiesto spiegazioni rispetto a un trasferimento da un reparto all’altro, all’assenza di ordini di servizio scritti nero su bianco e comunicati solo “a voce” sono stati raggiunti da provvedimenti disciplinari assolutamente basati sul nulla e tesi solo a intimidire e a calcare la mano su un atteggiamento repressivo”.

E non sono casi isolati. “In un mese – racconta Vallini – sono stati firmati dai vertici dalla società in questione ben 20 provvedimenti disciplinari contro i lavoratori che non si piegano a questa situazione allucinante”. “Non solo. Perché la società, con la complicità dell’Asl Napoli 1 che fa finta di non vedere, trasferisce i dipendenti da un appalto all’altro senza alcuna comunicazione o giustificazione, impedisce alle RSA di partecipare alle attività sindacali, anzi, gli comunica che la giornata dedicata a questioni sindacali non sarà remunerata”. E ancora, non sono pochi i provvedimenti di sospensione dal lavoro: tre giorni a casa vuol dire tre giorni in meno di stipendio in busta paga. Una situazione sconcertante.

Ma non basta. “Un dipendente ha presentato due certificati medici in due giorni – fa sapere Vallini – e la società non gli crede, vuole sapere di più rispetto a quelle visite: è violazione della privacy e dei diritti dei lavoratori”. E ancora. A causa del contratto di solidarietà e della riduzione dei turni, dove prima c’erano sei lavoratori ora ce ne sono tre, ed è chiaro che non riescono a fare tutto o almeno non tutto bene: lo hanno detto più volte. Ma niente. E poi arrivano i provvedimenti nei quali si dice che gli spazi non sono stati puliti bene, senza entrare però nello specifico.

E quindi, ancora intimidazioni, provvedimenti disciplinari e minacce ai lavoratori. È per questi motivi che i sindacati denunciano, addirittura rifacendosi all’articolo 28, norma di chiusura dello Statuto dei Lavoratori (Legge n. 300 del 1970), che prevede uno specifico procedimento giurisdizionale dedicato alla repressione della condotta antisindacale del datore di lavoro. Tale condotta si configura in presenza di comportamenti diretti a impedire o limitare l’esercizio della libertà dell’attività sindacale, nonché del diritto di sciopero. Il comportamento è individuato rispetto alla idoneità lesiva dei beni protetti. Alcuni esempi di beni protetti sono: il diritto di sciopero (come espressamente enunciato dalla norma), il diritto a partecipare alle elezioni ed essere eletto rappresentante sindacale aziendale, il diritto di partecipare ad assemblee organizzate dalla categoria sindacale di appartenenza e il diritto di iscriversi ad una associazione sindacale. Questa volta Verdoliva e De Luca vogliono dire qualcosa in merito?

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Giornalista napoletana, classe 1992. Affascinata dal potere delle parole ha deciso, non senza incidenti di percorso, che sarebbero diventate il suo lavoro. Segue con interesse i cambiamenti della città e i suoi protagonisti.

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